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sabato, Luglio 5, 2025
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Omicidio D’Onofrio, vacilla il movente del delitto di Ponticelli

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Un movente appeso al filo. Quello relativo all’omicidio di Carmine D’Onofrio, il figlio naturale del boss Giuseppe De Luca Bossa che, secondo la Procura, fu ucciso per vendicare la bomba che il ragazzo avrebbe piazzato sotto l’abitazione del boss Marco De Micco. Il processo che vede alla sbarra il boss dei ‘Bodo’ e altri quattro ras, Giuseppe Russo Junior, Giovanni Palumbo, Ferdinando Viscovo e Ciro Ricci (per i quali il pubblico ministero ha chiesto la pena dell’ergastolo) si arricchisce così di un nuovo retroscena. Quest’ultimo è relativo alle indagini condotte dai legali di De Micco, gli avvocato Stefano Sorrentino e Saverio Senese con il primo che, durante un’udienza, ha fornito prove atte a scardinare il possibile movente del delitto. Gli accertamenti gps disposti dalla difesa sul dispositivo avrebbero rivelato che la vittima nel momento dell’esplosione dell’ordigno non poteva trovarsi in via Piscettaro, residenza del boss De Micco. Come evidenziato dall’avvocato Sorrentino D’Onofrio si sarebbe trovato a circa due chilometri di distanza dal luogo dello scoppio e a confermarlo sarebbero anche alcuni sms che il giovane si sarebbe scambiato con la fidanzata che si trovava a duecento metri di distanza dal luogo dello scoppio, all’epoca era incinta di otto mesi e dunque, come sottolineato dal penalista D’Onofrio non l’avrebbe certamente messa in pericolo. Inoltre lo stesso legale ha evidenziato come alcune intercettazioni non darebbero affatto la certezza del coinvolgimento di D’Onofrio nello scoppio dell’ordigno e dunque del conseguente piano di vendetta del boss, movente dunque al momento appeso ad un filo.

Il movente del delitto spiegato dal pentito Pipolo

E’ stato il collaboratore di giustizia Antonio Pipolo a indicare per primo quale poteva essere il movente del delitto D’Onofrio: “Facevamo delle stese contro i De Luca Bossa e ci facevamo vedere attività nel quartiere. Poi Carmine D’Onofrio mise la bomba a casa di Marco De Micco. Dopo ci fu un summit al quale parteciparono anche i Mazzarella“. In un’intercettazione, captata il 3 ottobre del 2021, sarebbe emersa la furiosa reazione di De Micco il quale impose ai suoi fedelissimi di aggredire e sparare contro un qualsiasi elemento dei De Luca Bossa.  Proprio il figlio illegittimo di un ras nemico, D’Onofrio, sarebbe stato colui che avrebbe lanciato la bomba all’interno della casa di De Micco: “A chi è, è! basta che alla fine ci andiamo a buttare addosso!… hai capito?… il figlio mi ha messo una bomba a me!”.

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L’ultimo messaggio sul cellullare di Carmine D’Onofrio

Non mettere nessuna storia, non mettere dove stai andando, non sottovalutare e non trascurare niente, fidati solo di te stesso“. Questo è il testo di uno degli ultimi messaggi WhatsApp trovati sul cellulare di Carmine D’Onofrio, il giovane ucciso dai De Micco il 6 ottobre del 2021 a Ponticelli. Un messaggio emblematico che testimonia quanto fosse pesante il clima nel quartiere e come il 23enne sapesse di essere finiti nel mirino dei rivali dopo la bomba fatta scoppiare sotto casa di De Miccoa lcune settimane prima. Non poteva immaginare che il suo nome fosse stato fatto proprio da uno dei giovani che con lui avevano partecipato a quell’azione

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