Domenico Gargiulo e Vincenzo Iuorio erano diventati praticamente inseparabili. Passavano intere giornate. L’uomo trovato morto nel bagagliaio di un’auto l’otto settembre del 2019 ed il collaboratore di giustizia erano entrambi affiliati al clan Sautto-Ciccarelli del Parco Verde di Caivano ma passavano gran parte del loro tempo tra Scampia ed il rione don Guanella.
Un rapporto molto stretto di cui ne ha parlato lo stesso pentito, che grazie alle sue rivelazione ha contribuito ad individuare mandanti ed esecutori materiali del delitto Gargiulo.
Di Gargiulo si persero le tracce nel pomeriggio di venerdì 6 settembre 2019 o’ Penniell non fece ritorno a casa e trascorsa la notte, i familiari cominciarono a preoccuparsi, come spiegato da Iuorio ai magistrati.
Vincenzo Iuorio: “Verso le ore 15:30/16:00 (di sabato 7 settembre 2019) venne la famiglia di O’PENNIEL nel Don Guanella, fuori la baracca si fermarono e mi videro, stavo vicino a Omissis e mi chiamarono, io andai e c’era: la sorella, la mamma e la moglie dì O’ PENNIELL, piangevano, volevano parlare con Mikelò (Antonio Bruno), e mi chiedevano se sapevo qualcosa, la macchina dove l’avevamo affittata, io dicevo non lo so, la macchina l’aveva affittata lui, ma non era vero perché il noleggiatore era amico mio, se ne andarono e me ne andai io pure, mi feci il giro sotto al ponte del Don Guanella, e fuori al bar IDA mi fermò il cognato di O’ PENNIELL e la prima cosa che mi disse fu: “…IO LO SO’ CHE A MIO COGNATO LO HANNO AMMAZZATO, ALMENO CE LO FACESSERO TROVARE ACCUSSI CIÒ ‘ PUTIMM CHIAGNER!… ” io gli risposi: “… MA C STAI RICENN FRA \ MA NE ‘ PENSA ’ NEMMEN STI COS… “, rimanemmo che se sapevo qualcosa lo avvisavo”.