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sabato, Maggio 11, 2024
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Omicidio Maisto a Secondigliano, confermato arresto per Marco Di Lauro

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Il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura cautelare in carcere emessa lo scorso 22 settembre dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Marco Di Lauro, ritenuto dagli inquirenti della Dda il mandante dell’omicidio di Ciro Maisto, ucciso nella villa comunale di Secondigliano, a Napoli, il 6 agosto 2008 (leggi qui l’articolo).  Nelle scorse settimane i provvedimenti cautelari notificati anche ad altre tre persone, Pasquale Spinelli, Nunzio Talotti e Gennaro Vizzaccaro, ritenute legate al clan Di Lauro coinvolte nel raid. L’omicidio maturò nel corso di un’epurazione interna al gruppo del Rione dei Fiori: secondo il collaboratore di giustizia Salvatore Tamburrino, principale accusatore di ‘F4’, Maisto fu ucciso per aver messo in discussione la leadership del clan, in quel momento storico rappresentata proprio da Marco Di Lauro. Il sostituto procuratore della Dda Maurizio De Marco, durante l’udienza di oggi, ha consegnato ai giudici le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, che fino al momento del suo arresto avvenuto dopo l’omicidio della moglie, era stato un uomo fidato di Marco Di Lauro (leggi qui).

Le accuse di Tamburrino a Di Lauro

«Fu Pasquale Spinelli a raccontarmi le circostanze del fatto quando venni scarcerato. Fu Spinelli che mi disse di essere andato a bussare a Maisto per farlo scendere e si era portato il motorino dietro la villa dicendo ‘ci sono gli amici che ti vogliono parlare’ facendo i nomi di Nunzio Talotti e Raffaele Musolino e disse che alla villa c’era pronto Antonello Faiello che gli sparò. Chiesi allo Spinelli dei motivi che avevano spinto il clan ad ucciderlo, poichè Maisto era un affiliato storico ai Di Lauro, che aveva commesso anche omicidi per il clan medesimo. Spinelli disse che era un periodo che il Maisto era incontrollabile, trattava male i ragazzi e diceva cose del tipo ‘se io mi giro con gli scissionisti i Di Lauro hanno un problema’. Disse Spinelli che a Marco Di Lauro queste parole avevano dato fastidio ed ordinò di uccidere Maisto».

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Le dichiarazioni del pentito Lombardi

Oltre Tamburrino fondamentali le rivelazioni di altri collaboratori di giustizia tra cui Vincenzo Lombardi, un altro ras che aveva avuto contrasti con Talotti:«L’omicidio di Maisto, per come raccontatomi da Raffaele Musolino, che confermò quello che avevo giù intuito, fu commesso da quattro persone. Spinelli Pasquale andò a prendere Maisto, che usciva du casa sempre armato con il motorino, Antonello Faiello, portato da Gennaro Vizzaccaro era già nascosto nei giardinetti dellu Villa Comunale. Spinelli, si fermò nei pressi della villa comunale fìngendo di dover andare al bagno. Poiché Maisto era cresciuto con Spinelli e si fidava, non ebbe modo di difendersi da Faiello che aspettava dietro il muretto. Costui gli arrivò da dietro e sparò alla nuca del Maisto che morì sul colpo. Spinelli prese da terra le due pistole di Maisto che costui teneva addosso. Sono quindi venuti dietro l’associazione facendo finta dì niente, La gente arrivava dicendo che avevano animavate o Mellone, il sopranome di Maisto Ciro».

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