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sabato, Aprile 20, 2024
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Omicidio a Scampia, il figlio del ras nel mirino di due clan:«Lo avevano condannato a morte»

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Nonostante l’appartenenza criminale e nonostante fosse il figlio di un esponente di primo piano degli Scissionisti era finito nel ‘libro di morte’ dei clan di Scampia. Raffaele Mauriello, figlio di Ciro, estradato qualche mese fada Dubai (leggi qui l’articolo) era finito nel mirino dei gruppi di Scampia. Tutto ciò a causa dell’omicidio di Fabio Cafasso, ras della Cianfa di Cavallo, ucciso nel dicembre del 2011 e vicino agli Abbinante come ricostruito nell’ordinanza eseguita nei confronti dello stesso Mauriello. Ad accusare il giovane rampollo diversi collaboratori di giustizia tra cui Felice Leonardi che ha raccontato ai magistrati che gli Abete-Abbinante avevano iniziato a fare domande in giro per capire chi avesse deciso di colpire uno di loro senza l’autorizzazione del clan.

Le dichiarazioni del pentito Leonardi sull’omicidio di Scampia

La ricostruzione di quel delitto è avvenuta per la prima volta in un verbale del 2014. In quell’occasione emerge il nome di Mauriello junior, figlio del ras Ciro Mauriello. Come ribadito da Leonardi: “Cafasso è stato ucciso da Raffaele Mauriello, figlio di Ciro Mauriello detto ‘o girò, esponente di spicco degli Amato-Pagano. Non so il motivo, ma so per certo che il responsabili dell’omicidio sono Raffaele Mauriello ed un loro parente, Chicco. Quando questo omicidio venne commesso, sul territorio nostro, delle cinque famiglie, noi volevamo sapere chi l’avesse commesso e, poiché era stato commesso senza autorizzazione, intendevamo ammazzare il responsabile. Tramite Mariano Abete ed Arcangelo Abbinante venimmo a parere che gli autori erano soggetti legati a Ma e quindi si decise di andare a parlare con lo stesso Ciro Mauriello che era agli arresti domiciliari a Benevento, se non sbaglio; ci andarono proprio Mariano Abete e Arcangelo Abbinante e Mauriello confermò che gli assassini erano il figlio e suo nipote e che lui non poteva quindi darci gli assassini. Tutte le cinque famiglie erano d’accordo nell’ammazzare sia Mauriello che ‘o chicco. Mariano Abete decise di mandare l’ambasciata al padre, perché Ciro Mauriello aveva commesso omicidi insieme a Arcangelo Abete, che io non conosco, e si voleva la sua autorizzazione; Arcangelo Abete disse di attendere che lui, uscito dal carcere, avrebbe risolto personalmente questa cosa e quindi si soprassedette».

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