Altri due o tre operai in nero nella Ardima Srl movimenteranno la giornata di Luigi Di Maio. Stasera a Le Iene un nuovo servizio sulla vicenda di Salvatore Pizzo che approfondisce la questione degli assunti in nero nel periodo 2009-2010, ovvero quando il muratore ha prestato servizio nella ditta che oggi è del ministro e della sorella al 50% e «nel 2016 fatturava 150mila euro pagando salari per 76mila euro mentre nel 2014 fatturava 190mila euro e pagava stipendi per 33mila euro».
Altri tre casi di lavoratori in nero sono emersi nell’inchiesta, che andrà in onda stasera, condotta da Filippo Roma de “Le Iene” sull’azienda edile di Antonio Di Maio, padre del vicepremier e capo politico del M5s. Si aggiungono al caso di Salvatore Pizzo, detto Sasà, andato in onda domenica sera e che aveva scatenato le critiche di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Le affermazioni di Luigi Di Maio, che aveva segnalato l’episodio come singolo caso, sembrano quindi smontarsi dopo le altre tre testimonianze raccolte da “Le Iene”.
Il secondo operaio in nero è un disoccupato di Pomigliano. Nel racconto fornito, l’ex operaio della ditta di Di Maio racconta di aver svolto mansioni di manovale edile per 8 mesi. Poi c’è il lavoratore part-time senza contratto che ha lavorato come manovale solo nel pomeriggio; poiché la mattina lavorava in un istituto scolastico della zona.