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Una nuova vita per l’ex roccaforte del clan Gionta, arriva l’annuncio del sindaco

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Una nuova vita per l’ex roccaforte del clan Gionta, arriva l’annuncio del sindaco. Stamattina sono state consegnate le chiavi di Palazzo Fienga alla ditta che, su incarico del Commissario Straordinario di Governo, dovrà procedere alla bonifica dell’area. “Un’attività complessa che sarà avviata già domani mattina con le prime operazioni di sfalcio della vegetazione infestante, pulizia del guano degli uccelli e diversi interventi accessori“, scrive il sindaco di Torre Annunziata, Corrado Cuccurullo, sulla pagina Facebook .

L’edificio era stato oggetto di sgombero degli occupanti in data 15 gennaio 2015 con l’impiego di circa 400 agenti delle Forze di Polizia e poi definitivamente confiscato il 15 settembre 2017 ed assegnato alla gestione dell’Agenzia.

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La Piazza della Legalità nella roccaforte del clan Gionta

Grande soddisfazione del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per il finanziamento dell’intervento, proposto dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), che prevede la realizzazione di una “Piazza della legalità” a seguito della demolizione di Palazzo Fienga a Torre Annunziata, bene confiscato al clan Gionta.

“La completa demolizione dell’immobile esistente, emblema del potere criminale locale che, da quel luogo, ha governato un sistema di grave e pervasiva illegalità, ordinando diversi omicidi, compreso quello del giornalista Giancarlo Siani, consentirà, infatti, di mettere a disposizione nuovi spazi per la socialità di famiglie e giovani di Torre Annunziata, in una zona attualmente priva di spazi verdi attrezzati per la cittadinanza”, ha dichiarato il titolare del Viminale.

“Si tratta di un progetto che costituisce il frutto di una intensa collaborazione istituzionale promossa dal ministero dell’Interno”, ha aggiunto Piantedosi, evidenziando che: “è con iniziative come questa che lo Stato mostra la sua determinazione a sottrarre spazi occupati dalle organizzazioni criminali per restituirli alla piena disponibilità delle comunità locali”.

 

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