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Patenti ‘facili’ con microcamere all’esame, 6 arresti tra Mugnano e Latina

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Patenti ‘facili’ con microcamere all’esame, 6 arresti tra Mugnano e Latina. Sei membri di un’associazione per delinquere specializzata nel falsificare gli esami per le patenti di guida sono stati arrestati dai poliziotti della Squadra di Polizia giudiziaria della Stradale di Latina.

Diversi mesi di indagini, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a registrazioni video e sequestri di documenti, hanno permesso di scoprire con precisione il modus operandi degli indagati, che si servivano di sofisticati sistemi di comunicazione per far arrivare ai candidati le informazioni necessarie per passare gli esami.

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Il sistema delle autoscuole

Il sistema ha coinvolto alcune autoscuole della provincia di Latina e di Mugnano, un addetto alla vigilanza che ometteva di segnalare irregolarità in sede di esame e un dipendente della Motorizzazione di Latina.

Come riporta il Mattino gli indagati sono tratta di Antonio Villani, dipendente della Motorizzazione di Latina; Giovanni Chiariello, titolare dell’autoscuola “C.A.P. coop autoscuole pontine” di Sezze; Claudio Caiani, titolare dell’autoscuola “La Vittoria 2” di Latina; Salvatore Amore e Carmine Omaggio, titolari della Mito di Mugnano di Napoli e Adrian Dinu, addetto alla vigilanza e al controllo dei candidati sia all’ingresso della Motorizzazione che all’interno della sala d’esame. Sono difesi dagli avvocati Orfeo Palmacci, Daniela Fiore e Gaetano Marino. Le sei persone coinvolte sono finite agli arresti domiciliari. 

Le microcamere nascoste

Le sei persone colpite dalle misure cautelari emesse dalla gip del tribunale di Latina Barbara Cortegiano, su richiesta del sostituto procuratore Valerio De Luca, sono ritenute responsabili di aver costituito un’associazione a delinquere che, attraverso sofisticati sistemi di comunicazione, riusciva a garantire la totale idoneità nelle prove d’esame per il conseguimento del titolo di guida alla motorizzazione civile di Latina.

I candidati venivano dotati di microcamere nascoste nei vestiti che consentivano loro di ricevere assistenza a distanza mediante impulsi durante gli esami di teoria. Tutto questo avveniva con la complicità dell’addetto alla vigilanza che ovviamente non segnalava le irregolarità.

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