Vincenzo Marra è il nuovo collaboratore di giustizia del clan della 167 di Arzano, infatti, ha iniziato il suo percorso nell’aprile del 2024 presentandosi ai carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna, poi dopo un mese ha rilasciato diversi verbali ai pm della Procura di Napoli. L’uomo raccontava, tra l’altro, delle tensioni createsi sul territorio nel periodo immediatamente precedente ed in quello successivo all’inizio della collaborazione con la giustizia di Pasquale Cristiano.
Da vedetta a pentito, la storia del pentito del clan della 167 di Arzano
I suoi rapporti con la criminalità organizzata iniziavano in giovanissima età, nell’anno 2020
circa, quando si affiliava al clan guidato allora da Cristiano, oggi collaboratore di giustizia. Quindi Marra cominciava la sua ascesa criminale come vedetta per poi diventare uomo di fiducia del boss e partecipare a diverse attività illecite come estorsioni, di azioni di fuoco e di stese. Fin dalla sua affiliazione Marra ha percepito la mesata dal clan.
“In quel periodo Pasquale Cristiano aveva cacciato i Monfregolo da Arzano. Iniziai a ricevere minacce da alcuni profili falce su Instagram: mi dicevano di tornare in Svizzera perché avrei fatto una brutta fine. Credo che queste minacce fossero legate alla mia frequentazione di Pasquale Cristiano“, ha dichiarato Marra. Tale era il rapporto che lo legava a Cristiano, che il neo pentito si era addirittura tatuato dietro al collo la data di nascita dell’ex boss arzanese con le sue iniziali sfoggiate in un video.
Mentre sull’avanbraccio, invece, i nomi dei suoi cugini: i fratelli Ciro e Domenico Girardi, uccisi in un agguato nel 2006 ad Arzano con Domenico, sposato con la sorella di Pasquale Cristiano oggi moglie del boss Vincenzo Mormile (detenuto) ritenuto uno dei referenti sui territori di Frattamaggiore e Frattaminore. Marra vantava i suoi “cimeli” anche sul suo profilo Instagram (nelle foto e video).