Angelo Napolitano voleva vendere la Playstation a prezzo scontato come emerge dall’inchiesta della Procura di Nola. Nel giugno del 2024, il titolare di Napolitano Store è stato registrato e così emerso il suo modus operandi. Le parole del tiktoker sono state riportate in anteprima da Il Mattino: “Se paghi con la carta, il prezzo non sarà lo stesso”.
Così Napolitano Store vendeva la PlayStation
La conversazione tra il rappresentante legale della Am Distribution Srl e un cliente ha permesso agli inquirenti: “Di rilevare che l’interlocutore di Napolitano, non aveva ancora pagato le PlayStation, poiché affermava che Napolitano gli aveva riferito che, se le avesse pagate con la carta, avrebbe dovuto corrispondere un prezzo maggiorato, lasciando intendere di aver pagato con la carta solo i televisori”.
Il gip del tribunale di Nola, Raffaele Muzzica, ha emesso un decreto di sequestro di beni dal valore complessivo di 5.740.561 euro. L’indagine è stata condotta dal nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli, diretto dal comandante Paolo Consiglio, partito grazie a una segnalazione redatta a febbraio scorso dall’Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati.
Le false fatture e l’evasione dell’Iva
Oggi nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno condotto un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Nola, di beni mobili e immobili dal valore di 5 milioni euro nei confronti della società di Casalnuovo, dell’imprenditore e del suo amministratore.
Le false fatture e l’evasione dell’IVA erano funzionali a giustificare contabilmente le vendite “in nero” ai clienti. I prezzi del tiktoker erano molto inferiori rispetto a quelli proposti anche dalle società produttrici. Uno smartphone di ultima generazione era venduto a 400 euro.
La vendita alla clientela a condizioni illecitamente vantaggiose si concretizzava, tuttavia, solo se il pagamento avveniva in contanti, preferibilmente, con banconote da 100 euro. All’acquirente veniva consegnata una bolletta priva di validità fiscale, molto simile ad un normale scontrino.

