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giovedì, Marzo 28, 2024
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«Prima il rifiuto di Cosimo poi l’omicidio», cosa accadde a Secondigliano prima del delitto De Magistris

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Ben prima della decisione di Biagio Esposito di passare con gli Scissionisti e ben prima dell’omicidio di Salvatore De Magistris vi era stato un tentativo del ras di rientrare nei Di Lauro. A raccontarlo ai magistrati è stato un ex ‘voce di dentro’ della mala di Secondigliano, Gennaro Puzella. In uno dei suoi primissimi verbali da collaboratore di giustizia Puzella ha ricostruito il contesto entro cui maturò l’omicidio del patrigno di Esposito facendo i nomi degli esecutori materiali. Per quel delitto la scorsa settimana sono stati arrestati Marco Di Lauro, Nunzio Di Lauro e Antonio Mennetta.

«Noi affiliati del clan Di Lauro ricordo che commentammo tale fatto, ricordo che eravamo tanti di noi e ci trovavamo nel Terzo Mondo. In particolare ne parlai con Giuseppe Pica, Ferdinando Emolo, Ciro Maisto, Pasquale Spinelli, Nunzio Talotti ed altri affiliati che non ricordo. Non ricordo chi tra noi ebbe la notizia per primo. sicuramente le notizie ci giunsero dopo che avvenne il pestaggio e sapemmo che a commetterlo erano stati Mennetta e Nunzio Di Lauro in sella ad un Transalp.Per come lei mi chiese so che gli passarono più di una volta sul corpo del De Magistris con la moto. Mi sembra che il pestaggio avvenne nelle vicinanze della casa dl Biagio Esposito Mmiez all’Arc ossia in via Cupa dell’Arco. L’unico motivo per cui il De Magistris subì l’agguato sta nel fatto che era il Patrigno di Biagio Espsito ossia di uno scissionista. Ricordo anche che in quel periodo Biagio Esposito era a Ravenna. Biagio Esposito in precedenza era affiliato al clan Di Lauro ed era intimo amico di Cosimo Di Lauro e della sua famiglia».

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Il racconto di Puzella

«Per come lei mi chiede io ricordo che prima dell’omicidio Montanino-Salierno presso un autogrill Biagio Espsoito incontrò due magliari di cui uno di chiamava Tonino Aids e dell’altro non ricordo il nome, anche se lo potrei riconoscere, coinvolti entrambi nell’ambiente criminale del dan Di Lauro ed amico sia di Biagio che di Cosimo. Esposito disse di riferire a Cosimo che lui avrebbe voluto rientrare a Secondigliano e stare con i Di Lauro, ricevuta la notizia Cosimo rifiutò. Poi noi sapemmo che Esposito era passato con la Scissione, Per come lei mi chiede mi sembra che il pestaggio del De Magistris sia stata un’iniziativa di Nunzio Di Lauro».

L’articolo precedente

E’ un racconto agghiacciante quello fatto agli inquirenti due estati fa dalla figlia di Salvatore De Magistris, picchiato a piazza Zanardelli a Secondigliano il 30 ottobre del 2004 in piena faida di Scampia. L’uomo morirà un mese dopo in ospedale. Le dichiarazioni della donna, all’epoca soltanto una ragazzina, sono state allegate all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Tommaso Perrella che tre giorni fa è stata eseguita a carico di Marco Di LauroNunzio Di Lauro e Antonio Mennetta. De Magistris non aveva alcun legame con la malavita, la sua unica ‘colpa’ quella di essere il patrigno di Biagio Esposito, uno di quelli che all’epoca avevano fatto il grande salto passando con gli Scissionisti. Nella Secondigliano del 2004 però, in certi ambienti, si moriva anche per una parentela alla lontana e così i Di Lauro, non riuscendo a trovare Biagino si accanirono su un suo familiare.

Il racconto del raid di piazza Zanardelli: la presenza di Marco Di Lauro

«Ricordo se non erro che era sabato e mi trovato a casa di mia zia, quando sentii le urla provenire dalla corte del mio fabbricato che io ricondussi a Cira Marino, fidanzata di Marco Di Lauro, da me conosciuta da sempre in quanto il nonno abitava nel mio palazzo. Voglio precisare che casa di mia zia affaccia nella corte del mio fabbricato quindi potetti ascoltare in maniera indistinta quelle urla da una voce che conoscevo perfettamente. Appena arrivata Vidi Nunzio Di Lauro e Antonio Mennetta a bordo di una motocicletta Honda Transalp, condotta da Di Lauro, ancora sotto l’arco che costituisce l’ingresso del mio fabbricato, che si stavano muovendo dirigendosi verso via del Camposanto. Nel vedermi sopraggiungere Nunzio Di Lauro mi salutò dicendo testualmente “Ciao Anto”. Appena si allontanarono mi girai verso la mia destra e vidi mio padre riverso a terra vicino al muro, in posizione scomposta e coperto di sangue». Nonostante fosse cresciuta con quei ragazzi nessuno le diede una mano come si evince nel prosieguo del racconto: «Uscita da piazza Zanardelli per
chiedere aiuto Marco Di Lauro e Peppe Prezioso la befana in moto. Notai anche Ciro Di Lauro ’o chiatt, Salvatore Barbato il pinguino e Luigi Aruta il pilotino. Nessuno di loro si avvicinò, anzi si allontanarono. Solo dopo qualche minuto Umberto La Monica chiamò un’ambulanza».

Il racconto prosegue

Nei giorni successivi le condizioni di De Magistris peggiorano ma la figlia nota qualcos’altro: «Nei giorni successivi, quando feci visita a mio padre all’interno della rianimazione nel pulirgli le gambe notai lungo le gambe chiari segni di pneumatico, compatibili con quelli dl una moto. Discutendo sull’evento. mia madre mi disse che poco prima dell’aggressione, mentre mio padre la stava accompagnando dalla cugina nel terzo mondo, avevano notato che (omissis) unitamente ad un altro sorretto. li stavano pedinando a bordo di una moto».

Le dichiarazioni del pentito Accurso sull’omicidio di De Magistris a piazza Zanardelli

Tra i collaboratori di giustizia che hanno fatto luce su quell’omicidio c’è il verbale rilasciato da Antonio Accurso nel marzo del 2015:«De Magistris venne picchiato perché loro volevano sapere dove si trovasse Biagio Esposito, che era considerato soggetto degli Scissionisti, appena scoppiata in faida. Biagio Esposito in realtà già, per problemi che aveva avuto con Cosimo Di Lauro, si era trasferito a Rimini ed aveva investito in un lido balneare. De Magistris, nonostante il fatto che venisse picchiato, non rivelò dove si trovasse Esposito  ed allora fu pestato a morte e gli pensarono con la moto sui corpo proprio da Nunzio Di Lauro e da Mennetta, con una Transalp. Morì per le lesioni».

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