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giovedì, Aprile 25, 2024
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Ragazzo di Scampia ferito dopo la caduta di calcinacci, la famiglia vuole la verità

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Era il 27 dicembre dell’anno scorso quando un giovane di 22 anni rimase ferito in modo grave in seguito alla caduta di calcinacci da un palazzo del centro storico di Napoli. A quasi un anno da quell’incidente la famiglia chiede la verità e di essere risarcita.

Il convento 

La vicenda vede implicato il convento dei padri Teatini, collocato nel centro storico della città, precisamente in via San Paolo, adiacente alla chiesa di San Paolo Maggiore. La struttura del convento affaccia su più strade, una di queste è ‘Vico cinque santi’ (una traversa di via dei Tribunali). La facciata di via San Paolo era già stata sottoposta a ristrutturazioni, mentre quella di Vico cinque santi no.

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La caduta dei calcinacci

Il 27 dicembre dell’anno scorso, il protagonista di questo triste incidente, all’epoca ventunenne, era a lavoro. Il ragazzo lavorava come rider per un supermercato della zona ed era in giro a fare consegne.

Quel giorno il Comune di Napoli aveva diramato l’avviso di ‘allerta meteo’ e chiuso i parchi cittadini nelle giornate seguenti. Il vento forte, però, si percepiva già nella giornata del 27 dicembre, infatti, come ci racconta la mamma del ragazzo, quel giorno una parte del Vico cinque santi era stata chiusa al transito, la polizia municipale era infatti in loco.

Una delle consegne di quella mattina era proprio nella parte aperta al transito del vico. Il ragazzo era appena uscito dal palazzo di fronte il convento ed era in piedi vicino al suo motorino intento a mettere il casco, quando dei calcinacci iniziarono a crollare dalla facciata del convento. Infatti è stata proprio la presenza del casco a proteggere le parti più delicate del cervello dall’urto con i calcinacci. Lo scontro, però, fu violento. Infatti il ragazzo cadde al suolo perdendo i sensi.

A seguito dell’incidente vennero subito avvisati sia i vigili del fuoco che la famiglia del ragazzo. Infatti la famiglia è in possesso di una relazione sull’accaduto sia della polizia municipale che dei vigili del fuoco.

Una difficile convalescenza dopo l’incidente

Nonostante il casco avesse fatto “il suo dovere”, il ragazzo a seguito dell’incidente ha riportato un trauma cranico, escoriazioni e frattura al polso.

La convalescenza è stata molto difficile, come evince dalle parole della mamma. Il ragazzo infatti non si è potuto ricoverare a causa dell’emergenza covid che ha difatti  complicato la situazione ospedaliera. Per tre mesi, la famiglia è stata con il fiato sospeso, infatti il trauma cranico aveva dei rallentamenti a rientrare, e si temevano lesioni peggiori al cervello. Fortunatamente non è stato così. Oggi, infatti, l’ormai ventiduenne si è rimesso completamente. 

La mancata risposta del convento

La famiglia, residente a Scampia, aiutata da un avvocato, sta cercando invano di avere un risarcimento per l’incidente, ma soprattutto una risposta da parte del convento.

Ci racconta la mamma, molto credente, che la cosa più sconcertante e deludente è stato il totale silenzio da parte dei monaci Teatini. La signora è riuscita ad avere un piccolo colloquio con Padre Carmine Mazza. Il colloquio è avvenuto solo perchè la signora, arrivata allo stremo, è andata lei stessa a chiedere una risposta in convento e dopo quattro ore d’attesa è riuscita a parlare con Padre Mazza. Il Padre ha continuato a ripeterle di non sapere niente sulla proprietà della struttura e di non poter quindi aiutarla. 

La struttura pare avere solo in parte un proprietario privato. Sembra infatti che solo il primo piano sia sotto proprietà privata mentre il resto dell’immobile no. 

L’avvocato ha tentato di contattare il proprietario e il convento per iniziare una causa, ma con scarsi risultati e zero risposte.

La famiglia è tutt’ora in attesa di risposta, e dopo un’anno dall’incidente non riesce ad avere l’attenzione e le risposte che merita. 

 

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