Ha ufficialmente fatto perdere le sue tracce da giorni Patrizio Bosti junior, figlio di Ettore e nipote del boss omonimo (tuttora detenuto) Patrizio Bosti. Il giovane ha violato i domiciliari fuori regione qualche giorno fa e da allora di lui non si hanno più notizie. Bosti junior si era visto concedere la detenzione domiciliare dalla Corte d’Appello di Napoli: una decisione adottata nonostante il parere contrario della procura generale, su richiesta dei difensori napoletani del ragazzo, i due penalisti Domenico Dello Iacono e Elisabetta Valentino. E dire che solo qualche giorno fa era stato nuovamente arrestato Giorgio Marasco, un altro componente della batteria di giovanissimi protagonisti dell’assalto al ristorante ‘Cala la Pasta’, giovani poi condannati. Marasco aveva anch’egli violato i domiciliari ed era stato nuovamente arrestato al centro storico (leggi qui l’articolo). Nel maggio 2022, Bosti jr sarebbe intervenuto contro alcuni turisti argentini seduti al tavolino del locale “Cala la Pasta” che erano stati investiti da una moto lanciata a tutta velocità. In quel frangente, venne travolta anche la moglie del titolare che si trovava all’esterno. Dopo l’impatto e la fuga, il centauro era tornato accompagnato da altre persone per riprendere la moto e minacciare il titolare del ristorante. In quella circostanza, intervenne anche il ventenne Patrizio Bosti, con un’azione ritenuta violenta e intimidatoria. Bosti era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione.
L’articolo precedente.«Te venimm a sparà», l’assalto a ‘Cala la Pasta’
Una volta arrivati all’esterno del locale i giovani, secondo l’accusa, avrebbero cercato di far leva sulla loro appartenenza al clan offrendo anche denaro in cambio del silenzio. Al rifiuto delle persone presenti nel locale ecco sarebbe scattata la violenza con Bosti e Marasco indicati come quelli più agguerriti spalleggiati dal 34enne Luigi Capuano (catturato poi da latitante) che iniziò, insieme ai due, a proferire minacce contro Raffaele Del Gaudio, titolare del ristorante:«Te venimm a sparà fino a casa toja, sappiamo dove abiti, non denunciare nulla che ti mettiamo na bomba sotto o locale e finisci di stare tranquillo». Le minacce non si esauriscono soltanto a Raffaele ma investono anche suo fratello Danilo:«Vai a cucinare, tu devi stare qua dentro e devi stare zitto, io mi sono fatto quindici anni di carcere e non ci metto nulla a chiudere il ristorante e a non farti aprire domani». Quelle minacce vennero pronunciate – sostiene il giudice per le indagini preliminari Leda Rossetti nell’ordinanza con la quale ha disposto le misure cautelari eseguite dalla squadra mobile partenopea – all’indirizzo del fratello del titolare perchè quest’ultimo stava riprendendo la scena con il suo cellulare. Bosti fu accusato di avere aggredito un turista argentino intervenuto per impedire che la moto venisse portata via mentre Marasco, per la Procura, avrebbe minacciato lo stesso turista con un coltello.