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Rapina da 15 mln di euro in banca, i ruoli degli indagati della banda napoletana

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Sono 11 le persone iscritte nel registro degli indagati per la rapina da 15 mln di euro commessa nel Torinese il 18 novembre 2023. La Procura di Vercelli ha notificato gli avvisi di garanzia ai soggetti residenti tra Giugliano, Napoli (quartieri Capodimonte, i Decumani e i Quartieri Spagnoli): tra questi anche una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, il 44enne di corso Amedeo di Savoia Marco Scutto, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, già arrestato a settembre scorso con l’accusa di triplice tentato omicidio.

Insieme a Scutto risultano indagati Giuseppe Semerano, 30enne di Ostuni, Mario Palma, 56enne di Giugliano, Gennaro Russo, 42enne di Mugnano, Giuseppe Russo, 46enne di Villaricca, Francesco Saponaro, 41enne di Ostuni, Andrea Cerbone, 40enne di Napoli, Angelo Laveneziana, 38enne di Ostuni, Gennaro Esposito, 62enne di Napoli, Giuseppe Esposito, 57enne di Napoli, e Sofia Yannakos, 41enne di Napoli. I presunti componenti della banda del buco sono a vario titolo accusati di aver messo a segno, il 18 novembre 2023, un colossale furto di denaro, gioielli e orologi di lusso, prelevati dal caveau e dalle cassette di sicurezza della filiale Banca Intesa-Sanpaolo di Casale Monferrato.

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Il raid sarebbe scattato grazie a uno scavo sotterraneo che aveva permesso ai banditi di fare irruzione. Marco Scutto, secondo la ricostruzione degli inquirenti della Procura di Vercelli, avrebbe promosso e organizzato il furto insieme a Gennaro Russo e Giuseppe Russo, svolgendo anche la funzione di “palo” durante il raid, controllando dunque che sulla scena non arrivassero le forze dell’ordine. Mario Palma (nato 1-02-69) avrebbe in precedenza affittato una cassetta di sicurezza all’interno della banca, acquisendo così le informazioni necessarie a compiere il colpo. Semerano, Saponaro e Laveneziana avrebbero preso in affitto un locale in via Lanza da cui sarebbe partito lo scavo, oltre ad altri alloggi usati dai complici come appoggio durante i “cantieri”.

Cerbone si sarebbe occupato del successivo trasferimento del bottino, mentre Esposito avrebbe materialmente curato le opere di scavo: un lavoro particolarmente delicato, nel quale sarebbe stato aiutato anche da altre persone allo stato attuale non ancora identificate. I due Russo, Yannakos, Palma ed Esposito sono poi indagati per un altro tentato furto, sempre ai danni della stessa filiale di Casale Monferrato e sempre usando la tecnica dello scavo sotterraneo: un raid preparato e messo a segno tra gennaio e ottobre 2021, ma che poi non sarebbe andato a buon fine per cause indipendenti dalla loro volontà. Per gli undici indagati non è però ancora scattata nessuna misura cautelare.

Gli ingredienti di un colpo film, si scrisse nel novembre 2023. Il tunnel scavato nella rete fognaria di Casale Monferrato a partire da un negozio sfitto. Gli allarmi disattivati, la parete del caveau della filiale Banca Intesa San Paolo abbattuta e duecentocinquanta cassette di sicurezza alleggerite di valori per almeno quindici milioni di euro. Ora la svolta, nell’inchiesta della Procura di Vercelli, potrebbe arrivare dalle briciole.

Tra gli indagati il “re delle rapine”

Marco Scutto è noto in Campania come “re delle rapine”. Oggi in carcere, dopo l’arresto, a settembre, con l’accusa del tentato omicidio di tre complici. Un regolamento di conti, forse per la spartizione di un bottino, in una via centrale di Capodimonte a Napoli. Tra i complici feriti in quella faida figura anche il nome di Gennaro Esposito, a sua volta tra gli indagati proprio per il colpo nel caveau di Casale Monferrato.

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