Picchiato per la foto del ras con l’amante: “Non è camorra ma movente personale”. La Corte della Corte d’Appello di Napoli ha emesso una sentenza nei confronti di Antonio Miraglia, Vincenzo Palumbo ed Alessandro Sbordone, ritenuti vicini al clan Fragnoli-Gagliardi-Pagliuca di Mondragone.
Come riporta CasertaNews i giudici hanno inflitto 4 anni per Miraglia, difeso dagli avvocati Gaetano Laiso e Dezio Ferraro. Era accusato del tentativo di estorsione nei confronti di un extracomunitario che stava per aprire un’attività commerciale.
Uno sconto di pena è arrivata anche per Palumbo, collaboratore di giustizia difeso dall’avvocato Giuseppe Tessitore, condannato a 5 anni e 6 mesi in luogo degli 8 anni e mezzo del primo grado. Era accusato dell’estorsione nei confronti dell’assicuratore a cui fu chiesto di non far pagare le polizze Rc auto ai membri del clan. Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per Alessandro Sbordone accusato di lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e condannato in primo grado a 1 anno e mezzo.
INCITATO DAL RAS LOCALE
Secondo l’accusa Sbordone sarebbe stato incitato da un ras locale, elemento di spicco della cosca diventato poi collaboratore di giustizia, a dare una sonora lezione ad un extracomunitario con il quale aveva avuto rapporti durante la sua latitanza in Germania. Il movente era da ricercarsi nel fatto che lo straniero avrebbe mostrato alla moglie del ras una foto in cui era immortalato con l’amante durante la latitanza.
Quindi motivi personali, come evidenziato dai difensori Gaetano Laiso e Luigi Mordacchini, che hanno spinto i giudici a far decadere l’aggravante mafiosa. Quindi il reato non venne commesso per finalità di favorire il clan o adottando metodologie mafiose.