Nell’ultimo anno le autorità hanno contrastato gli scavi clandestini e il traffico di reperti archeologici, recuperando più di 3000 beni culturali del valore di 2,5 milioni di euro, restituendoli in Campania e in altre regioni italiane.
Il bilancio annuale delle opere
Nel 2023, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, in collaborazione con l’Arma Territoriale e il Ministero della Cultura, hanno svolto attività preventive e repressive contro furti e trafugamenti di reperti archeologici, nonché le violazioni paesaggistiche e monumentali. Sono stati recuperati 3.397 beni culturali di valore per un totale di 2,5 milioni di euro, restituiti agli aventi diritto pubblici e privati in Campania e in altre regioni italiane.
Recuperati 2.258 reperti archeologici
Grazie al monitoraggio costante delle aree archeologiche terrestri e marine, con l’ausilio del Nucleo Elicotteri CC di Pontecagnano e del Nucleo Subacquei CC di Napoli, sono stati recuperati 2.258 reperti archeologici nell’anno di riferimento. Questo ha permesso di restituire molti reperti al patrimonio dello Stato, mentre sono state deferite 17 persone per scavi clandestini e 87 per ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali. Sono state eseguite circa 360 ispezioni in tutta la regione campana al fine di proteggere i beni paesaggistici e architettonici. Ciò ha portato al deferimento di 29 persone per reati contro il paesaggio e al sequestro di importanti siti e beni monumentali, tra cui la storica Stazione di Bayard e la Grotta dell’Annunziata.
I reperti archeologici
Le investigazioni hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 21 persone per gli specifici reati di furto e di scavo clandestino ma anche, attraverso l’attento monitoraggio delle piattaforme e-commerce, ormai divenuti canali preferenziali per la compravendita di oggetti d’arte, il recupero di 142 reperti archeologici databili III e V sec. a.C.. Sono stati anche sequestrati alberghi situati in zone protette della costa cilentana e amalfitana, per lottizzazione abusiva e distruzione di riserve naturalistiche. Inoltre, circa 40 opere monumentali a Napoli sono state ispezionate con l’obiettivo di restituirli alla collettività. L’attività è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli con l’aiuto di altri enti.
Il reparto ha posto particolare attenzione alla ricettazione di beni librari e archivistici, commercializzati attraverso canali telematici dark web e deep web. Grazie al monitoraggio telematico e fisico, sono stati sequestrati 1.139 beni di provenienza demaniale, tra cui libri rari come incunaboli, cinquecentine e seicentine. Tra i beni restituiti allo Stato spiccano 300 libri antichi del Fondo Borbonico dell’Archivio di Stato di Napoli.


                                    



