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martedì, Aprile 23, 2024
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Referendum eutanasia e cannabis, polemiche per il doppio “No” della Corte Costituzionale

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Nelle ultime ore sta causando non pochi dibattiti la decisione della Corte Costituzionale di non ammettere i referendum su eutanasia e cannabis.

Il quesito del referendum sull’eutanasia

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dall’Associazione Coscioni, che aveva raccolto un milione e 200mila firme ed era sostenuto da diverse associazioni. Il quesito, sostanzialmente, chiedeva la depenalizzazione del cosiddetto “omicidio del consenziente“, disciplinato dall’articolo 579 del codice penale. In particolare, l’articolo punisce chiunque provochi la morte di una persona col consenso di quest’ultima.

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La spiegazione della Corte Costituzionale

Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato ha così giustificato la decisione presa: “Il referendum non era sull’eutanasia ma sull’omicidio del consenziente“. Sottolineando che “l’omicidio del consenziente sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi da quelli dell’eutanasia“. Infatti, in seguito all’abrogazione – anche solo parziale – della norma sull’omicidio del consenziente, non sarebbe più stato possibile preservare la tutela minima della vita umana. Soprattutto in riferimento ai soggetti più deboli e vulnerabili. Quindi, l’ammissione del quesito avrebbe comportato, da un lato, la possibilità per chi è gravemente malato di terminare la propria esistenza in maniera dignitosa; ma, dall’altro, un vero e proprio vuoto normativo. Col rischio di poter ritenere legali situazioni paradossali.

La risposta dell’opinione pubblica

Tale risultato è stato accolto dall’opinione pubblica come un fallimento. L’ennesimo “passo indietro” dell’Italia nei confronti dei temi più sensibili e complessi, quale è il fine vita. Tuttavia, il parere degli esperti è che, benché sia assolutamente necessario legiferare in materia di eutanasia e suicidio assistito, il quesito sottoposto alla Corte non fosse la strada giusta da intraprendere.

Il referendum sulla Cannabis

Ad essere bocciato è stato anche il referendum sulla Cannabis. In proposito si è espresso, ancora un volta, il presidente Amato, che ha fornito le seguenti spiegazioni: “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Il quesito è articolato in tre sotto quesiti. Il primo prevede che scompaia tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma, il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali”.

 

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