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Riciclaggio per il clan Contini, altro sequestro da oltre 3 mln di euro al gruppo di Massimiliano Di Caprio

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I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, avente ad oggetto beni mobili e immobili, quote societarie, compendi aziendali e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.

Lo scorso 14 maggio 2024 il destinatario del provvedimento, insieme a quattro soggetti, era stato sottoposto ad una ordinanza applicativa di misure cautelari personali in quanto gravemente indiziato dei reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa dell’organizzazione camorristica denominata “clan Contini”. Nella circostanza furono sottoposti a sequestro (e contestualmente affidati ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale) una nota impresa di ristorazione operante nel centro storico di Napoli, un’impresa di panificazione, un’agenzia viaggi e sette immobili che si era accertato essere stati fittiziamente intestati a terzi anche per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del sodalizio e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie.

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Il gip di Napoli Giovanni de Angelis sottopose ad indagine il 49enne Massimiliano Di Caprio, la moglie 47enne Deborah Capasso, Vincenzo Capozzoli, considerato esponente del clan Contini e, secondo gli investigatori, titolare occulto della pizzeria, Giulia Nappo e Guido Albano

Gli accertamenti economico-patrimoniali successivamente eseguiti nei confronti di uno degli indagati (tuttora ristretto in carcere) e dei componenti il suo nucleo familiare hanno evidenziato una palese sproporzione, nel periodo 2000-2023, tra i redditi dichiarati e le relative possidenze mobiliari e immobiliari. Su queste basi è stato ora disposto il sequestro “per sproporzione” sia dei beni già vincolati, sia di ulteriori beni (due immobili, un orologio di marca Rolex, un lingotto d’oro e somme di denaro contante per 373.860,00 euro rinvenute in sede di perquisizione), della cui lecita provenienza l’indagato non ha fornito alcuna giustificazione.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare reale disposta in sede di indagini preliminari avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il relativo destinatario è persona sottoposta ad indagini e, quindi, presunto innocente fino a sentenza definitiva.

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