venerdì, Agosto 15, 2025
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Riciclaggio per il clan Mallardo in Toscana, prima decisione per gli imputati nel processo

Riciclaggio per il clan Mallardo in Toscana, si è tenuta giovedì l’udienza preliminare a carico degli imputati finiti nell’inchiesta che risale al novembre del 2017. A discutere per l’accusa è stato il pm Maria Cristina Ribera mentre per la difesa hanno parlato gli avvocati difensori, tranne quelli che hanno chiesto l’abbreviato. Il rito breve è stato chiesto da Antimo Liccardo, Loredana De Felice e Michele Quaranta. Prima ci saranno le discussioni di pm (2 luglio, ndr) e avvocati difensori (il 19 luglio l’avvocato Zobel per De Felice, il 23 luglio i difensori per Liccardo Antimo e Quaranta Michele).

Per Antimo Liccardo , Paolo Liccardo (1972), Riccardo Marianna e Riccardo Rosa c’è stato lo stralcio per il capo C. L’udienza è stata fissata al 23 luglio davanti al Gup Comella.  Francesco e Feliciano Mallardo hanno chiesto il patteggiamento ad un anno di reclusione ma il pm non ha dato parere favorevole quindi anche i legali dei due hanno discusso nell’udienza preliminare.

Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati: Michele Giametta, Mario Bruno, Raffaele Costanzo, Giovanni Nappa, Francesco Smarrazzo, Gianpaolo Schettino, Biagio Borretti, Luigi Poziello. 

Il processo

Il  processo vede come indagati Antimo Liccardo (dipendente comunale difeso dagli avvocati Raucci e Costanzo, ndr), Rocco Aliperti, Loredana De Felice, Domenico Liccardo, Mario Liccardo, Paolo Liccardo (classe 1972, difeso dagli avvocati Michele Giametta e Francesco Smarrazzo), Paolo Liccardo(classe 1974, difeso dall’avvocato Luigi Poziello), Feliciano Mallardo, Francesco Mallardo, Domenico Martino, Vito Mauriello, Mario Nocentini e Salvatore Penniello.

L’inchiesta – condotta dai pm della Dda partenopea Ilaria Sasso del Verme e dal pm Cristina Ribera – si è avvalsa soprattutto di indagini patrimoniali e intercettazioni telefoniche e ambientali, mentre poco rilevante è stato il contributo offerto dai collaboratori di giustizia a dimostrazione – come hanno spiegato gli inquirenti – che il clan Mallardo è un gruppo assai coeso in cui le defezioni sono assai rare o inesistenti.

Secondo l’accusa della procura i Liccardo erano al servizio del clan Mallardo per effettuare investimenti sia nel Giuglianese che in Toscana utilizzando soldi derivanti da attività illecite e società create ad hoc per fare speculazioni.