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Ristoratore nella morsa del clan degli XX, il ras Dello Iacolo lascia il carcere

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Ristoratore nella morsa del clan, lascia il carcere Umberto Dello Iacolo indicato da diverse informative come un personaggio di spicco del clan degli XX. La decisione è stata presa questa mattina dal gip del tribunale di Napoli Chiara Bardi che ha concesso i domiciliari fuori regione con applicazione del braccialetto elettronico all’uomo accogliendo in pieno l’’istanza presentata dal suo legale, l’avvocato Stefano Sorrentino. Dello Iacolo era stato condannato a cinque anni per la vicenda relativa all’estosione al titolare del ristorante ‘Amore Carnale’ di Volla che aveva portato in carcere diversi esponenti del clan De Martino, quello dei famigerati ‘XX’. Inchiesta nata proprio dopo la coraggiosa denuncia di una delle vittima, il ristoratore Giovanni Festa del locale ‘Amore carnale’ di Volla a cui i fratelli Salvatore e Giuseppe De Martino avevano chiesto una tangente da 10mila euro.

Dopo la prima bussata del clan il ristoratore decise di rivolgersi a persone del sistema di sua conoscenza, la situazione però ben presto degenerò:«Decidevo di rivolgermi a Sartori Aldo di San Giovanni a Teduccio che conosco sin da ragazzo e so essere cugino di “Brodino”. Mi recavo a casa di Aldo e spiegavo quello che stava accadendo e la richiesta di 10 mila euro di Brodino. Alduccio mi sembrava che non sapesse nulla dell’estorsione ai miei danni, infatti mi disse che se la sarebbe vista lui e mi avrebbe fatto sapere più tardi. Alduccio mi disse che quelli di Ponticelli avevano preso una “piripicca” su di me e che tutto era partito da Prisco Giovanni, quello che poteva fare era intercedere e vedere di ridurre la pretesa a 5000 euro. Tornavo a casa di Aldo la stessa sera e questi mi disse: ‘Ho parlato con Brodino accetta 5mila euro’. Chiedevo di avere 10/15 giorni di tempo e Aldo Mi disse che avrebbero atteso.

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Il giorno 9 Maggio, alle ore 17:30, si presentava nel mio ristorante a Volla nuovamente Bartolo a bordo di una Fiat 500 X colore nera, con seduto al lato anteriore destro il cognato di Brodino, ragazzo che conosco ma di cui non conosco il nome, seduto dietro vi era una terza persona che ho solo intravisto e non saprei riconoscere. Bartolo mi ribadiva la pretesa di 10 mila euro e ripeteva che dovevo portare i soldi a Ponticelli immediatamente. Bartolo era determinato nella pretesa e soprattutto forte della sua appartenenza al clan De Micco ribadiva che se non avessi portato il denaro mi avrebbero fatto fare un brutta fine. A Bartolo chiedevo il motivo di tale richiesta e spiegavo che avevo concordato di pagare 5000 euro anziché I0 mila, questi prendeva tempo per tornare la sera. Lo stesso giorno era sempre Bartolo a presentarsi al mio ristorante sempre a bordo della Fiat 500 X nera (condotta da un ragazzo che conosco e se mi fosse mostrata la foto saprei riconoscere, questi rimaneva in auto) il quale in maniera arrogante e minacciosa si limitava a dirmi: «L’IMBASCIATA NON E’ ARRIVATA A PONTICELLI, QUESTO E’ L’ULTIMO GIORNO, SE DOMANI NON PORTI I SOLDI A PONTICELLI TI UCCIDIAMO».

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