Alle ore 11 di questa mattina, nell’aula consiliare del Comune di Mugnano, Salvatore Esposito è stato premiato dal sindaco Luigi Sarnataro come ‘Cittadino dell’anno’. “Salvatore Esposito con il suo ruolo di attore – in una serie discussa ma di rilevanza mondiale – riveste una figura sociale. Negli anni, con il sindaco e questa amministrazione, questa serie televisiva ci sta rappresentando. Salvatore con il suo ruolo sta sensibilizzando con una serie di impegni sociali e culturali. Per questa occasione noi abbiamo scelto di premiarti con qualcosa di simbolico per la nostra città”, sono le parole di Biagio Palladino. E il premio che gli viene consegnato è la statua del Sacro Cuore di Gesù.
Le parole di Gennaro Savastano
SU MUGNANO – “Le radici non si cancellano, perché ti ricordano sempre da dove sei venuto e dove vuoi andare. Spesso qualcuno dimentica il passato e pensa solo al futuro, ma così si rischia di schiantare. Io ricordo i sacrifici passati e penso a dove sto arrivando”. “Il ruolo della mia famiglia è stato fondamentale. Tutte le realtà hanno spesso zone d’ombra e queste spesso ‘risucchiano’ i ragazzi che sono abbandonati a loro stessi e dalle loro famiglie, complice il contesto sociale. Ci sono tanti talenti che Mugnano sforna”.
SUL PERSONAGGIO DI GENNARO SAVASTANO – “Abbiamo raccontato e analizzato tanto, ma c’è sempre qualcosa che non verrà capito. In ogni caso, ne vedrete delle belle e credo che sarà una bellissime stagione“.
SULLE PERIFERIE – “Se non fossi nato in periferia probabilmente per me non sarebbe andato tutto così bene. C’è da dire che le periferie, insieme alle loro istituzioni, sono abbandonate a loro stesse. In queste zone d’ombra spesso, inoltre, si inserisce la criminalità. A Mugnano qui però i ragazzi, anche nelle scuole, sembrano pronti e preparati. Vengono accolti dal sindaco e dal paese, sempre pronti a mostrare bellezze umani e artistiche. Io non vedo l’ora di incontrare tanti ragazzi e di raccontare loro che la possibilità di sognare c’è. Se tu sogni vivi in un altro mondo e quello che ti può spingere a fare sempre meglio“.
SULLA CAMORRA – “La camorra è un cancro che si può estirpare, ma l’argomento è molto più complesso. La cura deve essere grossa e c’è bisogno di tutti. Non basta una sola persona, nemmeno dieci e nemmeno solo un Comune. Io, però, a volte mi chiedo quanta volontà ci sia nel combattere la malavita”
SU MARADONA E IL MOMENTO D’ORO DEL NAPOLI – “Io ho conosciuto Maradona e, oltre a conoscere il mio mito ho anche incontrato un grande uomo. Ricordo che quando ci siamo visti, lui mi ha detto ‘Sei un grande’. Io gli ho risposto ‘Diego, ma che stai dicendo?” (ride, ndr). Ieri contro la Lazio è stata una grandissima partita, ci sono stati 3 grandi gol. Soprattutto i due di Mertens“.