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venerdì, Aprile 19, 2024
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«Gli salvò la vita», il pentito racconto che Di Lauro junior poteva morire

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Tra i collaboratori di giustizia che hanno fatto luce sui rapporti tra Di Lauro e Vanella Grassi all’epoca della latitanza di Marco Di Lauro c’è sicuramente Mario Pacciarelli, ex killer al soldo proprio del gruppo attivo nel centro storico di Secondigliano. Pacciarelli ha rilasciato dichiarazioni ai magistrati sull’omicidio Faiello. In particolare su un retroscena che vede coinvolti Antonio Mennetta e Rosario Guarino, ex vertici della Vanella, e Raffaele Di Lauro, figlio del boss Paolo. «In occasione dell’omicidio di Antonello Faiello, Lello Di Lauro non venne toccato per precisa scelta di Rosario Guarino che fece scudo e poi Mennetta che lo lasciò andare. Mennetta e Magnetti (Fabio) raccontarono il fatto ma altri che erano presenti aggiungevano particolari come Umberto Accurso e Rosario Guarino che aggiunse che il primo voleva sparare a Lello e come lui si fosse messo in mezzo, spiegarono che i proiettili volavano dappertutto».

Il racconto dell’omicidio Faiello: la guerra mancata con i Di Lauro

Antonio Mennetta, leader dei vanelliani, venne a sapere infatti che due ragazze del rione Berlingieri uscivano con esponenti del clan Di Lauro. Il ras le mandò a chiamare e le schiaffeggiò. Mennetta credeva che i Di Lauro, tramite queste ragazze, potessero raccogliere informazioni e abitudini dei girati per colpirli sottobanco.Con queste ragazze oltre a Nunzio Talotti usciva anche Antonello Faiello che, saputo quanto accaduto, voleva a tutti i costi farla pagare alla Vanella. Dal rione dei fiori partirono alcune moto con Faiello, Talotti, Silvestri e Luigi De Lucia. Al gruppo si aggiunsero Vincenzo Lombardi, Raffaele Musolino e Raffaele Di Lauro e partirono diretti fin dentro la Vanella Grassi per ammazzare il primo esponente dei ‘girati’ avvistato. Ad accoglierli Antonio Mennetta, Fabio Magnetti, Giuseppe Magnetti, Joanderson Monaco, Rosario Guarino, Umberto Accurso e Lucarelli Gennaro. «Alcune telecamere poste all’esterno di vari esercizi commerciali ripresero la scena,quando arrivarono fuori al bar Ariston Antonio Mennetta andò incontro ad Antonello Faiello e a Silvestro e gli gridò cosa erano venuti a fare visto che non erano nessuno.Ci fu una discussione molta accesa tra Antonello Faiello e Antonio Mennetta fin quando Ennino si rese conto della presenza di Raffaele Musolino detto papele e di Vincenzo Lombardi».

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Il racconto del pentito Vincenzo Lombardi

Il racconto è quello del pentito Vincenzo Lombardi, testimone oculare dei fatti e colui che ha reso possibile il blitz che ha fatto chiarezza sull’agguato costato la vita ad Antonello Faiello e fatto arrestare gli esecutori e complici di quell’omicidio: «Antonio Mennetta finì di discutere con Faiello e stava per dirigersi verso loro due quando sentimmo tre o quattro colpi di pistola che colpirono alla schiena Antonello Faiello che tuttavia non morì subito ma continuava a imprecare contro i girati. Io osservavo Antonio Mennetta e quando sentii i colpi e vidi Faiello e Silvestri per terra dissi a Raffaele Musolino di ammazzare Mennetta, ‘Papele’ sparó cinque sei colpi in direzione di Antonio Mennetta che riuscì a ripararsi dietro un’auto in sosta,nel frattempo anche Luigi De Lucia era stato ferito all’inguine e ad una spalla e stava per terra e sanguinava copiosamente. Stavamo per scappare quando vidi Antonio Mennetta che sparava in faccia a Faiello dandogli il classico colpo di grazia. Quando Antonello Faiello fu ammazzato Antonio Mennetta andò a chiedere protezione in caso di guerra agli Amato-Pagano che tuttavia si rifiutarono di aiutare lui e il gruppo anzi gli consigliarono di tenere gli occhi ben aperti perchè la vendetta dei Di Lauro non si sarebbe fatta aspettare. Il mancato aiuto e appoggio alla Vanella grassi fu la causa scatenante del conflitto tra Scampia e Secondigliano». Da quel momento Antonio Mennetta iniziò una subdola cospirazione contro gli Amato-Pagano coinvolgendo le famiglie Abete-Leonardi-Abbinate-Gervasio-Marino che avevano anche loro parecchio risentimento contro la famiglia degli Amato-Pagano capi degli scissionisti detenuti. Tramite ambasciatori comunque Antonio Mennetta temendo la reazione dei Di Lauro vuole chiarire l’episodio con Marco Di Lauro personalmente e sancire una volta per tutte una tregua, tregua da molti considerata allora come l’inizio di una nuova alleanza

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