Svolta nello scandalo dei preti ad Afragola. Arrestati lo scorso agosto con l’accusa di rapina aggravata, per gli otto indagati è arrivata la notifica di chiusura indagine, disposto dal pm Cesare Sirigliano, della Procura di Napoli Nord.
La notifica è stata resa nota agli indagati dai carabinieri della caserma di Afragola, diretti dal luogotenente Raimondo Semprevivo.
A riportare la notizia, Il Mattino.
Scandalo nella Basilica di S. Antonio ad Afragola, frati e complici verso il processo
Oltre ai due religiosi, Domenico Silvestro, all’epoca parroco del santuario di Sant’Antonio ad Afragola, indagato in stato di libertà e un suo confratello, Nicola Gildi, ancora agli arresti domiciliari, il provvedimento è stato notificato ai due imprenditori di Afragola, ancora agli arresti domiciliari, Antonio Di Maso, 43 anni, e Giuseppe Castaldo, 52 anni, ritenuto l’organizzatore della rapina con la “benedizione” di padre Nicola Gildi, che temeva lo scandalo avendo saputo che le sue vittime avevano registrato sui cellulari chat e video.
I carabinieri hanno notificato il provvedimento anche per Danilo Bottino, 20 anni, Biagio Cirillo, di 19 anni, Sergio Colaluongo, 21 anni, Patrick Filippini, 21 anni, tutti ancora in carcere e Giovanni Castaldo, 54 anni, boss di Marigliano, finto ai domiciliari per le sue condizioni di salute non compatibili con il carcere.
Le accuse sono di rapina aggravata
La clamorosa vicenda e il successivo scandalo scoppiarono il 1 agosto del 2024, quando furono arrestati padre Domenico Silvestro, accusato di abusi sessuali e rapina aggravata in concorso, e padre Nicola Gildi, indagato per essere stato il mandante della rapina.
In manette finirono Danilo Bottino, 20 anni, e Biagio Cirillo, di 19 anni, ritenuti tra gli esecutori materiali della rapina, Antonio Di Maso, 43 anni, imprenditore di Afragola, che avrebbe ricoperto la funzione di intermediario tra i due giovani e il mandante e Giuseppe Castaldo, 52 anni di Afragola, cugino del boss di Marigliano che mise a disposizione i suoi uomini per la rapina dei cellulari, poi fallita per la reazione delle vittime.
Ma la raffica di arresti dell’agosto del 2024, non fermarono le indagini, che avevano più che fondati sospetti che a quella rapina avessero partecipato altri soggetti non identificati. E così grazie alle intercettazioni gli investigatori hanno potuto identificare gli altri componenti di quel commando e accertare le pressioni psicologiche e le promesse di somme da pagare ai famigliari degli esecutori materiali.


