Rispetto alle precedenti considerazioni che puntavano ad una settimana lavorativa ridotta, rivolta ai più meritevoli, ora si esprimono il segretario della Flc Cgil, Maurizio Landini e il segretario generale dei metalmeccanici, Roberto Benaglia. Sulla scorta delle loro iniziative sarà proposto di diffondere una diminuzione dei giorni di lavoro accessibile a tutti i lavoratori.
Landini in attesa del congresso
Al fine di realizzare il suo proposito, il segretario della Flc Cgil ha annunciato che la tematica sarà trattata durante il congresso del primo sindacato italiano. In attesa della metà di marzo, momento in cui si terrà il congresso, il sindacalista inizia a palesare le sue ideologie. Secondo Landini in questo momento storico le imprese sono in grado di produrre un quantitativo di ricchezza elevato che di conseguenza può essere distribuito in modo equo. Landini si dimostra quindi pronto a cedere degli incentivi particolari per le aziende pronte ad accettare di ridurre l’orario lavorativo. E’ in questo modo, attraverso la diminuzione della settimana lavorativa che inizierà ad avvertirsi un regime di stabilità in Italia, paese ancora troppo precario.
Punti su cui lavorare
Nonostante il progetto sia degno di attenzione e buoni propositi, lo stesso Landini afferma di non sapere come gestire concretamente l’organizzazione di una settimana lavorativa ridotta. Costatando le sue perplessità ritrova nella politica il motore adeguato alla risoluzione di alcune fasi intricate. Per il sindacalista, infatti, solo la politica può essere in grado di mettere in evidenza i bisogni di coloro che devono lavorare per vivere. E’ necessario puntare al superamento della precarietà, alla possibilità di realizzarsi in ambito lavorativo. Alto punto fondamentale è quello di trovare un equilibrio che possa finalmente concedere alle persone una giusta ed equa distribuzione della ricchezza.
Una settimana lavorativa di quattro giorni
Con settimana lavorativa di quattro giorni, Landini intende una proficua riduzione dei giorni lavorativi. Ciò non minimizzerà le ore di occupazione, si riuscirà solo a bilanciare con più equità gli impieghi e i doveri. Questa innovazione potrebbe cambiare in modo determinante la vita di numerosi lavoratori, non a caso sono tanti i paesi che stanno prendendo in considerazione quest’ opportunità. L’ elemento che induce a considerare positivamente questa ipotesi sono i vantaggi sicuramente non secondari. Il benessere e la qualità della vita avrebbero più spazio per innestarsi e maturare i loro frutti. Le persone avrebbero il tempo di gestire il lavoro con più motivazione e creatività grazie ai momenti dedicati alla famiglia e ai propri hobby.
I benefici sull’ambiente
La settimana lavorativa di quattro giorni apporterebbe un netto miglioramento rispetto la questione ambientale. Riducendo i giorni lavorativi non sussisterebbe un traffico persistente e lesivo dovuto ai viaggi e agli spostamenti quotidiani dei lavoratori. Potrebbe anche ridurre la necessità di costruire nuove infrastrutture in quanto ci sarebbe una riduzione delle richieste di servizi.
“L’Italia sarà al pari del resto dell’Europa”: Benaglia espone le sue idee
Come osservato dalla Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori l’Italia potrà migliorare la sua condizione di precarietà solo confermando la settimana lavorativa a 4 giorni. Dopo il successo riscontrato a Londra con le 61 aziende che hanno sperimenttato questo metodo è opportuno secondo il segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, Roberto Benaglia, che anche l’Italia si faccia promotrice del progresso. Analizzando i vantaggi delle 61 aziende del Regno Unito è inevitabile non prendere in considerazione la settimana lavorativa ridotta. A parità di stipendio e attraverso la concessione di maggior tempo libero questa pare sia la modalità giusta per incanalare il successo. Benaglia afferma che è necessario migliorare il versante della produttività delle aziende. Bisogna, per il segretario, regolarizzare il lavoro. Essenziali risultano essere gli ambiti manifatturieri. Questi dovranno puntare ad una sostenibilità, libertà e produzione di grado superiore.
Le intenzioni del sindacato
Per il momento l’ambizione del sindacato è quella di coinvolgere in questo progetto una 50ina di grandi player del comparto da Stellantis ad Abb. L’intento della Cisl prevede uno scambio a livello aziendale fatto di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario. In questa frazione temporale la Cisl identifica un momento che potrebbe essere dedicato anche a formazione online e non o alla gestione dei carichi di cura. Attraverso questa metodologia si paleseranno soluzioni di flessibilità che hanno già dimostrato il loro esito positivo in altri paesi.
Il graduale progresso italiano e il modello da seguire del Regno Unito
Per ora la settimana lavorativa ridotta ha già visto la sua sperimentazione in Italia in alcuni specifici settori. Un esempio lampante è quello che riguarda l’ambito dei servizi (Banca Intesa e altre). La vera rivoluzione, però, sarebbe visionare la medesima condizione rivolta alla manifattura. “I tempi ci stanno conducendo sempre più vicino al progresso effettivo. L’innovazione tecnologica sarà un punto fermo per l’attuazione della settimana lavorativa ridotta. I giovani avranno la possibilità di avere una vita piena di interessi e riuscire a gestire ambiti diversi della stessa. Dobbiamo ispirarci al Regno Unito”. Dichiara Benaglia.
Preoccupazioni e punti avversi rispetto la settimana lavorativa ridotta
Nonostante gli innumerevoli vantaggi pare che dalla settimana lavorativa emergano anche dei punti di debolezza. Si pensa che alcune aziende potrebbero trovarsi in difficoltà rispetto questo cambiamento. In quanto potrebbero dover fronteggiare un elevazione dei costi per svolgere il lavoro di una settimana prolungata in una ridotta. A tal proposito risulta quindi necessario esplorare con maggiore attenzione i pro e i contro di questa ipotetica variazione del mondo lavorativo. Solo in questo modo sarà possibile prendere una decisione valida e conscia.
