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venerdì, Marzo 29, 2024
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«Io faccio clan a parte», la ‘sfida’ ai Ciccarelli prima dell’omicidio del Parco Verde

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E’ stato il collaboratore di giustizia Gennaro Masi a spiegare quale era il clima in cui è maturato l’omicidio di Emilio Solimene, delitto avvenuto al Parco Verde il 13 ottobre del 2014. Un omicidio, insieme a quello di Gennaro Amaro, che altro non sarebbe che la diretta conseguenza di una frizione interna al clan camorristico Ciccarelli, poiché le vittime, organiche a quel contesto, avevano intrapreso iniziative autonome non accettate dai vertici del clan. Secondo Gennaro Masi il clima si fece incandescente dopo la scarcerazione di Antonio Ciccarelli nel periodo seguente alla morte di Mattia Iavarone, uno dei gestori della piazza: «Ciccarelli chiese avesse ucciso Iavarone durante la propria detenzione. Antonio Ciccarelli era adirato per l’omicidio di lavarone e quindi volevo sapere chi lo avesse ucciso. Non si è mai avuta risposta. Però accadde un episodio che all’interno del nostro ambiente fu molto significativo, e che mi raccontò lo stesso Ciccarelli Antonio: in pratica, quando fu scarcerato, Ciccarelli Antonio chiamò il Solimene e gli chiese: “Vuoi la piazza o il mensile?”. In modo inaspettato, Solimene rispose che voleva la piazza. Tale scelta, nel nostro ambiente, rappresenta una pesante retrocessione nel ruolo criminale: infatti, la gestione di una piazza di spaccio è compito meno importante e meno remunerativo rispetto al ruolo di affiliato del clan, che riceve un mensile ben più cospicuo, tra i 7mila e i 10mila mensili. La risposta di Solimene fu interpretata da Ciccarelli Antonio come un segno di paura del Solimene conseguente ad un proprio coinvolgimento nell’omicidio di Mattia Iavarone».

La provocazione di Solimene e l’omicidio al Parco Verde

Una settimana dopo accadde anche altro che gettò ancora più benzina sul fuoco del risentimento e del sospetto. Ciro Lobascio, un affiliato al clan Ciccarelli, incontrò presso un bar lo stesso Solimene che iniziò a provocarlo, come raccontato dallo stesso Masi:«Solimene gli iniziò a dire “Che c’è stai facendo lo specchiettista? Devi avvisare Tonino Ciccarelli che sto qua? Che mi devono uccidere? Allora fa’ una cosa, dì a Tonino Ciccarelli che io faccio clan a parte”. Quando Lobascio riferì dell’accaduto ad Antonio Ciccarelli questi immediatamente convocò me e Vasapollo e ci ordinò di uccidere Solimene. Antonio Ciccarelli disse testualmente a me e Mariano Vasapollo “Amma accirer a Emilio, Emilio non ha capito manc o cazz”».

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