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martedì, Aprile 16, 2024
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La sparatoria al Gesù e la pace imposta dal consuocero del boss, le accuse contro i Vitale

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C’è anche il racconto di un duplice tentato omicidio nelle quasi cinquanta pagine firmate dal gip Giuseppe Sepe nei confronti di quattro esponenti della famiglia Vitale (Maurizio, Luigi, Fortunato e Pasquale). Il riferimento è al ferimento di due persone nel settembre del 2017 in via San Bartolomeo nel quartiere di Santa Caterina. Quel giorno un commando armato composto da Luigi e Pasquale Vitale, Enzo Guarino e Luigi Russo faceva irruzione all’interno del civico numero 45 esplodendo numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Giovan Battista Panariello e di Michele De Luca ferendoli entrambi. In realtà l’obiettivo del commando era Vincenzo Di Palma detto palummiello, gestore della piazza di spaccio chiamata ‘in mezzo al Gesù’. Raid scattato dopo il pestaggio avvenuto quello stesso giorno da parte di un pusher vicino ai D’Alessandro, pestaggio effettuato proprio da Di Palma e Panariello per questione di concorrenza tra quella di Di Palma e quella dei Vitale chiamati ‘e mariuol.

Le attività tecniche già in corso all’epoca dei fatti, consentivano di decifrare le dinamiche sottese a quell’evento, nonché di registrare le conseguenti decisioni assunte dai vertici del clan D’Alessandro volte a scongiurare ulteriori ed analoghi episodi e riportare l’ordine. Difatti, Sergio Mosca e Giovanni D’Alessandro, figure apicali del sodalizio di Scanzano, prendevano in mano le redini della situazione e decidevano di sedare il conflitto in atto. Questa mattina per i quattro I carabinieri del gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea con le accuse di detenzione illegale, in concorso tra loro, di un’arma da guerra e delle sue munizioni, reato aggravato dal fine di agevolare il clan camorristico D’Alessandro.

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