«Noto che qualcuno vuole banalizzare le stese che avvengono a Napoli, ma ciò è profondamente sbagliato. Questi ragazzi stanno facendo l’accademia, e tra di loro farà carriera chi si distinguerà per capacità di leadership, per coraggio e “cazzimma”». Lo ha detto il direttore della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) Giuseppe Governale nel corso dell’incontro «Educazione alla legalità: la mafia teme più la Scuola o la Giustizia?», che si è svolto al Liceo Pietro Giannone di Caserta.
Una dimostrazione di forza di giovani spregiudicati dei gruppi criminali emergenti che, noncuranti della pubblica incolumità, sparano raffiche di pistole o mitra tra le strade del centro storico di Napoli – marchio di fabbrica del gruppo Sibillo – e nei quartieri di periferia, dove i gruppi di giovanissimi, cresciuti in babygang con la voglia di “fare come i grandi”, dimostrano così la loro presenza sul territorio. Messaggi di conquista o di sfida, ma dai risvolti drammatici. Sono diversi i casi di ferimenti di innocenti, “colpevoli” solo di trovarsi sulla traiettoria dei proiettili esplosi a casaccio da mani tremanti.