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venerdì, Marzo 29, 2024
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Summit di camorra a Giugliano. “Il vertice dell’Alleanza di Secondigliano nel 2015 interrotto dalle forze dell’ordine”

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Un summit dell’Alleanza a Secondigliano. Il retroscena emerge nell’ultima ordinanza che ha portato all’azzeramento del clan confederato. i fatti risalgono al 26 giugno 2015 e sono stati ricostruiti dai magistrati: “Monitorando Bosti jr. e i suoi storici affiliati del clan Confini: Alfredo De Feo, Vincenzo Tolomelli e altri – che il 26 giugno 2015 si è tenuto un importante vertice di camorra a Giugliano, interrotto dall’intervento delle Forze dell’Ordine, cui hanno partecipato napoletani e giuglianesi, continiani e mallardiani del “Paese”, come sono soliti chiamarsi ed essere definiti gli affiliati ai Mallardo di stanza a Giugliano, essendo poi altro ramo di quella famiglia camorristica stabilmente insediato a Napoli, nelle stesse aree dei Confini e in particolare nella zona di “San Giovanniello” e dei Vasto. E’ ancora chiaramente emersa la pratica di concordare acquisti comuni di ingenti patrite di droga attraverso le cosidette “puntate”. 

L’indagine  si fonda dunque sulle acquisizioni investigative aventi ad oggetto le attività criminali dei clan dell’Alleanza di Secondigliano, con particolare ma non unico riferimento al gruppo confederato dei Contini, successive all’anno 2011. E ciò è particolarmente evidente nel caso dell’Alleanza: anche se sono stati spesso separatamente sottoposti a indagine e processati capi e affiliati dei clan federati (dopo gli importanti processi nei quali sona stati coimputati per i fatti della stagione delle faide cittadine) resta evidente che i clan Mallardo, Contini e Licciardi (dopo che altri si sono ín qualche modo distaccati dalla federazione) ancora oggi “sono una cosa sola” come da anni rivelato da vecchi e nuovi collaboratori di giustizia (da Carmine Alfieri, Pasquale Galasso, i Giuliano, Ettore Sabatino, Missi Giuseppe e tanti tanti altri, ai più recenti Antonio Zaccaro, Teodoro e Giuseppe De Rosa, Vincenzo De Feo, Mario Lo Russo, Ciro De Magistris, Overa Maurizio, per citarne soltanto alcuni) e soprattutto svelato dalle indagini, pur separatamente svolte sui vari gruppi.
E così, indagando sull’attuale esistenza e operatività del clan Contini – operante nei quartieri cittadini del Rione Amicizia, San Giovanniello, Borgo Sant’Antonio Abate, Vasto, Arenaccia e zone limitrofe, oltre che in altre regioni d’Italia – struttura gerarchizzata e policentrica fondata da Eduardo CONTINI la cui reggenza è passata prima a BOSTI Patrizio (all’indomani dell’arresto del CONTINI a conclusione di lunghi anni di latitanza), successivamente a BOTTA Salvatore c1.1950 e da costui – a far data dal momento del suo arresto — nelle mani di altre figure criminali, tra le quali in particolare quella di Ettore BOSTI, si è giunti a verificare l’attualità deì rapporti (mai interrotti) con i LICCIARDI (risultando tuttora Maria LICCIARDI in stretto contatto e confluenza di interessi con il gruppo dirigente e gli affiliati dei Contini) e con i MALLARDO, e in particolare con Francesco Mallardo, il quale dalla detenzione domiciliare a Sulmona, nel 2015, ha dato e continua a dare direttive strategiche per la gestione del gruppo continiano, convocando presso di sé il nipote Ettore e i vari “quadri” del clan.

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