Presi, a distanza di otto mesi, i rapinatori che nell’ottobre dell’anno scorso, armati di pistola e fucile e con il volto coperto da maschere di carnevale, fecero irruzione in una gioielleria di Torrette di Mercogliano, in provincia di Avellino.
Gli agenti della Squadra Mobile, guidata dal vice questore Aniello Ingenito, erano da tempo sulle loro tracce fino a individuarli in un comune della provincia di Napoli.
Il fatto
L’episodio risale alla mattinata del 22 ottobre 2024, quando tre individui, travisati con maschere di carnevale e armati di pistole e di un fucile, hanno fatto irruzione in un esercizio commerciale di Mercogliano, approfittando dell’apertura della porta automatica.
Una volta all’interno, i malviventi hanno minacciato con violenza i presenti nel tentativo di compiere una rapina. Tuttavia, a causa della reazione di un esercente situato nei pressi della gioielleria, non sono riusciti né a farsi consegnare i preziosi né ad asportarli.
I rapinatori si sono quindi dati alla fuga, bloccando temporaneamente l’accesso all’attività commerciale e allontanandosi a bordo di un’autovettura di colore scuro, dotata di targa contraffatta, guidata da un quarto complice.
Sul posto sono prontamente intervenuti gli agenti della Squadra Mobile, che hanno eseguito un accurato sopralluogo finalizzato all’acquisizione di elementi di videosorveglianza e altri riscontri utili all’identificazione degli autori del reato.
Arrestati in due, ma è caccia ad una complice
Durante la fase investigativa è emersa anche la presenza di una complice. Si tratta di una donna travestita con cappellino e occhiali, che si era posizionata presso l’ingresso della gioielleria fingendosi interessata a un acquisto, con il solo scopo di far aprire la porta automatica.
Al momento dell’irruzione del gruppo armato, la donna è fuggita a piedi, raggiungendo poco dopo un’altra autovettura sulla quale è salita per allontanarsi rapidamente in direzione del casello autostradale.
Le indagini, supportate da riscontri puntuali e dalla ricostruzione delle fasi preparatorie del colpo, hanno consentito di individuare gli autori e i veicoli utilizzati. Elementi determinanti sono risultati i sopralluoghi effettuati nei giorni precedenti dai presunti responsabili, che avrebbero anche avuto contatti con presunti basisti.