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giovedì, Aprile 25, 2024
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‘Tradito’ dalla passione per la genovese, il ras Prota ‘protetto’ dalla rete dell’Alleanza di Secondigliano

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E’ stato tradito dalla passione per la genovese. Un piatto a cui non ha saputo rinunciare nemmeno durante la sua latitanza, latitanza finita ieri per Marco Prota, esponente del clan Licciardi e figlio di uno storico ras del sodalizio della Masseria Cardone. C’è però un altro dato: a stanare Prota sono stati gli uomini del commissariato Scampia (guidato da Bruno Mandato) nella zona tra il Borgo Sant’Antonio Abate e il corso Garibaldi, area considerata una delle roccaforti del clan Contini altro ‘pezzo da novanta’ della camorra partenopea e facente parte insieme agli stessi Licciardi e ai Mallardo di Giugliano dell’Alleanza di Secondigliano, formazione indicata dalle ultime informative di polizia come quella dominante su Napoli. Proprio la ‘vicinanza’ di Prota a questi due gruppi hanno spinto gli investigatori ad ipotizzare che l’uomo potesse aver trovato rifugio in quel quartiere (dove tra l’altro abitano alcuni suoi amici).

La cattura di Prota costituisce dunque l’epilogo di un’indagine portata avanti dagli uomini di Scampia fin dal febbraio scorso, ovvero da quando il soggetto si era reso irreperibile. I poliziotti hanno guadagnato l’ingresso dell’appartamento approfittando della presenza di un commesso che stava consegnando delle cipolle ordinate per cucinare proprio la genovese.
 A quel punto per Prota  (imputato in un processo per stalking ai danni della sua compagna) non c’è stato nulla da fare: ammanettato e portato a Poggioreale.
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