Si presentano sull’uscio di casa in tuta e muniti di cassetta degli attrezzi. Con il volto parzialmente travisato dai berretti, bussano alla vittima predestinata. “Salve signora, siamo dell’acquedotto. Dovremmo fare un controllo, possiamo entrare?”. Più o meno queste le parole utilizzate ed accompagnate da modi gentili e tanto mestiere. In questo modo diventa un gioco da ragazzi entrare in casa (spesso di persone sole o anziane) e entrare in azioni. Sotto la minaccia di cacciaviti e arnesi simili, minacciano le vittime e si fanno consegnare denaro e preziosi.
Finti operai acquedotto: la cura dei particolari
Diverse le segnalazioni arrivate nelle ultime settimane per una truffa mista a rapina di non facile individuazione. Sì, perchè il vestiario e l’accuratezza dei particolari, fa in modo che le vittime possano scambiare i ladri per veri e propri dipendenti dell’acquedotto.
Come scoprire se si tratta di una truffa
Il consiglio è di chiedere a queste persone di mostrare un documento identificativo o meglio ancora contattare la società dell’acqua ed assicurarsi della veridicità di quanto riferito dai presunti operai.
“Pronto sono il maresciallo” così la camorra truffa gli anziani
La camorra aveva anche le mani sulle truffe telefoniche agli anziani. Tutto iniziava con una chiamata alla vittima: “Pronto, sono il maresciallo dei carabinieri, suo figlio ha appena causato un incidente e si trova in stato di fermo, ma io vedo che è un bravo ragazzo, lo voglio aiutare”.
La base dei criminali era a Napoli, precisamente nei quartieri Vasto, Arenaccia, San Giovannello e Borgo Sant’Antonio Abate di Napoli. Il ‘covo’ era in club di Piazza Santa Maria della Fede.