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venerdì, Marzo 29, 2024
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Racket sulle truffe online, pene al ribasso per i ras di Bagnoli

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Pene al ribasso per i ‘protagonisti’ di una tentata estorsione su una serie di truffe online avvenute nell’area flegrea di Napoli. Alla sbarra Lucio Musella, pezzo da novanta della mala di Bagnoli, e il collaboratore di giustizia Youssef Aboumuslim, nipote del boss Massimiliano Esposito e nuova ‘gola profonda’ della mala di Napoli ovest. Grazie anche alle sue dichiarazioni è maturato il maxi blitz di ieri mattina che ha decapitato i gruppi Calone-Esposito-Marsicano e Carrillo-Perfetto di Pianura (leggi qui l’articolo). I due ras, insieme a Ernesto De Carlo (che ha invece scelto di essere giudicato con il rito abbreviato) sono i protagonisti di un tentativo di ottenere una tangente che portò al loro arresto nell’ottobre del 2020 (leggi qui l’articolo). Le indagini documentarono due distinte vicende estorsive. Il primo episodio, verificatosi nel gennaio precedente all’arresto vide coinvolti Aboumouslim e De Carlo in una ‘estorsione ai danni di un soggetto che, con la complicità dello stesso De Carlo, si sarebbe reso autore, in precedenza, di una truffa telematica attraverso giochi e scommesse on-line, rifiutandosi di corrispondere all’uomo la sua parte dell’illecito profitto.

Da carnefice a vittima della mala di Bagnoli

L’uomo dunque per cercare di recuperare la somma di circa 500 euro, provento della truffa, avrebbe richiesto l’intervento di Aboumuslim – da lui conosciuto come soggetto di una certa caratura criminale – che, attraverso minacce e intimidazioni di matrice camorristica, avrebbe costretto la vittima a corrispondere questa somma. Successivamente De Carlo sarebbe divenuto vittima del medesimo meccanismo criminale nel secondo episodio estorsivo che le indagini hanno documentato. Aboumuslim, infatti, con la complicità di Lucio Musella, avrebbe tentato di imporre all’uomo, con minacce e percosse, il pagamento di una tangente estorsiva di 10mila euro affinché potesse continuare indisturbato a svolgere la sua illecita attività di truffatore. De Carlo dunque cadde egli stesso vittima del ‘sistema’ criminale della zona ‘subendo’ la decisione dello stesso Youssef, all’epoca braccio destro del boss Esposito, che decise che anche il suo gruppo avrebbe dovuto trarre giovamento da quel sistema di truffe. Oggi per i due sono arrivate le condanne, ben al di sotto delle richieste formulate inizialmente dal pubblico ministero. Musella, difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto, ha rimediato tre anni e quattro mesi mentre Youssef, che durante il dibattimento decise di iniziare il percorso di collaboratore di giustizia, è stato condannato a cinque anni e sei mesi.

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