Si conclude con un’assoluzione il processo a Napoli sul presunto mandante dell’omicidio di Salvatore Barbaro, il giovane ucciso per errore a Ercolano 13 novembre 2009. Alla sbarra, in questo procedimento giudiziario, c’era Natale Suarino per il quale il pm antimafia di Napoli Valentina Sincero aveva chiesto l’ergastolo.
A uccidere Barbaro, che era a bordo di un’auto uguale a quella di Ciro Savino, all’epoca ritenuto legato al clan Iacomino-Birra e reale obiettivo dell’agguato, furono, secondo le sentenze definitive, Natale Dantese, elemento di spicco del clan Ascione-Papale, il killer Vincenzo Spagnuolo e l’affiliato Antonio Sannino, tutti condannati all’ergastolo.
Breve storia di Salvatore Barbaro
Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, Barbaro era in auto, una “Suzuky Swift”, quando sarebbe stato affiancato da uno o forse due sicari a bordo di una moto che gli hanno esploso contro undici colpi di pistola: fatali un colpo alla gola e uno alla spalla sinistra. Agonizzante, è finito con l’auto contro il muro vicino a un palo della corrente elettrica. Nel cofano dell’auto è stato ritrovato materiale edile che molto probabilmente gli serviva per ristrutturare la casa in via Trentola. Di mestiere faceva il salumiere ma amava anche molto cantare.