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venerdì, Marzo 29, 2024
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Ucciso perchè voleva lasciarla, niente ergastolo per la ‘mantide’ Rita Mango

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Ha evitato l’ergastolo nonostante su di lei pesasse l’accusa di omicidio. Rita Mango, la ‘mantide’ di Miano ha evitato il massimo della pena per l’omicidio di Nicola Picone, il giovane ucciso ad Aversa il 19 ottobre del 2018. La donna, sposata con il ras Valerio Nappello, ha sempre dichiarato la propria innocenza ammettendo sì di aver avuto una relazione con Picone ma negando categoricamente il suo coinvolgimento nell’omicidio. La donna ha incassato ventidue anni e sei mesi di reclusione con l’esclusione di tutte le aggravanti inclusa la premeditazione. La donna era difesa dall’avvocato Claudio Davino. La Mango fu arrestata nel febbraio del 2020 dai carabinieri che la rintracciarono nell’appartamento dei suoi genitori a Miano perchè destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio di Nicola Picone, giovane con cui la Mango da tempo aveva iniziato una relazione sentimentale. Successivamente l’arresto della donna era stato respinto dal giudice delle indagini preliminari con il pubblico ministero che si era appellato al Riesame riuscendo poi ad ottenere le manette per la donna. Adesso bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza con il legale della donna che ha già annunciato ricorso in appello.

L’articolo precedente: Picone attirato in trappola

Un delitto scoppiato a causa della gelosia. Un omicidio maturato grazie ad una trappola (leggi qui l’articolo). E’ quanto emerso in aula durante le udienze del processo per l’omicidio di Nicola Picone. Il giovane ucciso ad Aversa il 19 ottobre del 2018 all’interno di una Fiat Panda parcheggiata nell’area di servizio del distributore Agip di viale Europa. Alla base delle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, tanti elementi che porterebbero a ipotizzare che Picone sia stato ucciso da Rita Mango (imputata nel processo per quel delitto) per motivi passionali, in quanto aveva deciso di troncare la loro relazione extraconiugale (Picone e la Mango erano sposati, quest’ultima in particolare è la moglie di Valerio Nappello, pezzo da novanta della camorra di Miano) ed anche economici, poiché la donna aveva accertato che l’amante aveva sottratto ingenti somme di denaro dalla società di noleggio auto, aperta dal marito per riciclare il denaro e alimentare così le casse del clan.

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Il messaggio prima del delitto di Aversa

Alla base di tale inchiesta tante testimonianze di persone che erano vicine a Picone:«Dopo la fine dei domiciliari il rapporto tra Rita e Nicola si è improvvisamente deteriorato tanto che si sono scambiati reciproci messaggi di minaccia circostanza di cui ho piena contezza perchè li ho letti personalmente dal telefono di Nicola». Proprio quei messaggi che i due si scambiavano evidenziano il clima teso tra i due fatto di reciproche accuse e di invettive da parte della donna che accusava l’uomo di non volerla lasciare per non perdere i benefici economici derivanti dalla loro relazione. Mango, come emerso in aula e come si evince dall lettura dei messaggi che i due si scambiavano, voleva incontrare Picone. L’ultimo messaggio prima della morte di Picone è del resto emblematico. Mango dice a Picone di essere incinta e di aver necessità di un incontro in quanto è incinta e ha bisogno di parlare con l’uomo perchè ha intenzione di abortire visto che entrambi sono sposati:«Cmq dobbiamo parlare, prima di giovedì vedi tu ora, tanto un paio di giorni che mi hai chiesti tu sono passati quindi….x prima cosa mi devi dire in faccia che giovedi devo andare ad abortire, poi mi devi dire se continuare come si deve o chiudere definitivamente la nostra nostra e x ultimo i soldi e su come vogliamo metterci d’accordo in modo che io nn ti dia piu fastidio nel caso tu devi stare con la sbirra». E’ il 16 ottobre 2018, il 19 Picone troverà la morte.

 

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