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sabato, Aprile 20, 2024
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Spari contro i carabinieri dopo la morte di Ugo Russo, indagini su ambienti ‘vicini’ al clan Saltalamacchia

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Sono due le indagini parallele che hanno preso il via a partire da sabato scorso: quelle sulla morte di Ugo Russo e sulla corretta dinamica dell’accaduto (il 16enne è stato ucciso da due colpi di pistola sparati da un carabiniere poco dopo una tentata rapina ai danni dello stesso militare in via Generale Orsini), e quelle relative agli spari avvenuti poche ore dopo per ritorsione contro la caserma Pastrengo. Su quest’ultimo punto si sono compiuti nelle scorse ore passi in avanti: al vaglio alcuni filmati di videosorveglianza che in particolare riprenderebbero due soggetti con volto coperto esplodere colpi all’indirizzo dell’edificio di via Morgantini. Si indaga su ambienti ‘vicini’ al clan Saltalamacchia, gruppo criminale attivo proprio nella zona tra Montesanto e Pignasecca, zona da cui proveniva appunto il 16enne ucciso (residente in vico Paradiso). La verità sul suo omicidio verrà dall’autopsia che sarà effettuata sulla salma. Sarà quello il momento in cui si chiarirà l’esatta dinamica di quella maledetta notte che ha stroncato la vita di un giovane e cambiato radicalmente la vita di un altro. A Napoli. Ancora una volta.

Stando alla testimonianza del militare (di stanza da circa tre mesi in provincia di Bologna) era da poco passata mezzanotte quando, insieme alla fidanzata, aveva parcheggiato la sua auto, una Mercedes, proprio in via Orsini. E’ a quel punto che Russo, che indossava uno scaldacollo scuro e un casco, si sarebbe palesato con una pistola finta per sottrarre il Rolex al militare. Secondo il racconto del militare il ragazzino avrebbe puntato l’arma alla sua tempia riuscendo a infilarsi con parte del busto all’interno dell’abitacolo. Sarebbe quello lo zenit, il punto di non ritorno. Il carabiniere ha raccontato di aver sentito lo scarrellamento della pistola e, reagendo, si sarebbe prima qualificato esplodendo poi tre colpi con la pistola d’ordinanza: due si sono rivelati mortali. Il ragazzino rimane a terra, ferito, il complice che era con lui fugge mentre è lo stesso carabiniere ad allertare i soccorsi. La corsa al Vecchio Pellegrini è vana: Russo morirà qualche ora dopo per la gravità delle ferite riportate. Il carabiniere è stato già ascoltato dal pubblico ministero Simone De Roxas e avrebbe confermato di essere stato vittima di un tentativo di rapina mentre era già in auto con la fidanzata con Russo che gli si sarebbe avvicinato puntandogli contro l’arma. Adesso c’è grande attesa per l’autopsia. Sinora sul corpo di Ugo Russo è stato compiuto un esame esterno dal quale emerge che entrambi i proiettili sono stati sparati frontalmente. La situazione da lì precipita con parenti e amici del giovane che distruggono il pronto soccorso dell’ospedale della Pignasecca. Poi la stesa con i colpi esplosi contro la caserma Pastrengo di via Morgantini e i ‘radar’ delle forze dell’ordine che adesso puntano dritti su ambienti legati al clan Saltalamacchia.

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