L'equipe di medici del carcere milanese di Bollate
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L’ambiente “carcerario” è “carente nel fornire” le cure e gli “stimoli cognitivi” di cui Renato Vallanzasca ha bisogno e per questo andrebbe trasferito in un “ambito residenziale protetto”, in un “luogo di cura esterno”, data la sua “patologia”. Lo segnala
in una relazione, facendo riferimento alle condizioni del settantaquattrenne che ha già trascorso oltre mezzo secolo di vita da detenuto, con “fine pena mai”.