Per il duplice omicidio Montanino-Salierno Ferdinando Emolo (difeso dall’avvocato Vittorio Giaquinto) ha ottenuto la riduzione della pena da quattordici anni a undici anni e sei mesi di reclusione: lui, uomo di fiducia, di Cosimo Di Lauro avrebbe partecipato a un raid punitivo per vendicare la morte di Montanino e Salierno. La ‘risposta’ degli uomini del Terzo Mondo agli Scissionisti non si fece attendere: a poche ore dal duplice omicidio avvenuto su via Limitone d’Arzano, Emolo insieme ad una batteria di fuoco composta da quattro persone andò nelle Case celesti e iniziò a sparare all’indirizzo di un circoletto dove abitualmente si riunivano esponenti del gruppo riconducibile a Gennaro Marino ‘McKay’, uno dei promotori della ‘scissione’.
Emolo è stato condannato per spari in luoghi pubblico e porto e detenzione illegale di una pistola, con tanto di aggravante della matrice camorristica. Emolo andò nelle Case celesti per fare una stesa come ‘risposta armata’ contro la scissione, ormai dichiarata. Conosciuto con il soprannome di ‘Nanduccio’, Emolo era considerato uno dei “fedelissimi” della cosca e. soprattutto, ‘uno di quelli che sparava’, motivo per cui gli ‘scissionisti” decisero, come ritorsione, di uccidergli il padre, massacrato in piazza Ottocalli.