venerdì, Luglio 18, 2025
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I nuovi affari del clan Sarno, indagati il boss-pentito e i suoi fratelli

Il clan Sarno non è scomparso dai radar criminali, anzi ha solo cambiato pelle. Oggi sono stati indagati il boss-pentito Vincenzo Sarno e, secondo la Dda di Firenze è stato aiutato dai fratelli Ciro e Pasquale, il cugino Giuseppe e i figli come riportato da RaiNews.

L’indagine della Dda contro il clan Sardo

La Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, avvalendosi dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, sta dando esecuzione, tra le Regioni Toscana, Liguria, Campania e Friuli Venezia-Giulia, ad un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo toscano che ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 12 indagati (5 custodie cautelari in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 2 interdizioni con divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese) e sequestri preventivi, anche per equivalente, ai fini della confisca, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie fino all’ammontare di circa 1 milione di euro.

Le imputazioni contro l’organizzazione

Le imputazioni provvisorie poste a base del provvedimento cautelare in esecuzione concernono. Il reato di associazione per delinquere, contestata a cinque indagati, finalizzata alla commissione di reati fiscali per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed auto-riciclaggio  reato contestato nella forma aggravata ex art. 416-bis lco. c.p. per la finalità di agevolare un’associazione camorristica in vista della sua riorganizzazione sul territorio toscano.

Anche il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso a causa del metodo adoperato nei confronti delle vittime. Reati fiscali per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed auto-riciclaggio , aggravati ex art. 416 bis 1 c.p. stante la finalità di agevolare una associazione camorristica. Infine violazioni delle disposizioni del Testo Unico in materia di immigrazione .

Blitz a Capodichino

Con l’ausilio dello SCICO – Sezione Mezzi Tecnici, dei Reparti dei Comandi Provinciali della
Guardia di Finanza di Napoli, Trieste, Genova, La Spezia, Prato e Livorno e di un’unità cinofilia specializzata cash dog della Compagnia di Capodichino sono, altresì, in corso di esecuzione perquisizioni locali e personali, allo scopo di ricercare cose pertinenti ai reati, in particolare denaro contante, beni mobili di valore e materiale documentale.

Gli elementi di prova raccolti nel corso della meticolosa e complessa attività investigativa, svolta dal 2022 ad oggi, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze – G.I.C.O. e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, hanno portato ad ipotizzare l’esistenza di una consorteria criminale, composta da componenti del clan Sarno, storicamente egemone a Ponticelli e nell’hinterland di Napoli, alcuni dei quali divenuti anche collaboratori di giustizia, che, stabilitisi in Toscana e in Liguria, sono risultati dediti alla commissione delle attività criminose sopra indicate.

Il doppio gioco del pentito

In particolare, investigando sul soggetto ritenuto attuale capo del clan e su tutti gli altri componenti della famiglia, è emerso che la collaborazione con la giustizia non ha avuto quale effetto il naturale e definitivo discioglimento dell’organizzazione, ma è stata utilizzata per poter ricostituire in una nuova area geografica alcune delle pre-esistenti dinamiche tipiche delle associazioni camorristica, grazie ai legami con i territori di origine e all’influenza derivante dalla propria storia criminale.

Minacce agli imprenditori campani in Toscana 

Il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia ha assicurato il necessario raccordo e scambio informativo con le altre Procure distrettuali antimafia interessate. Le indagini hanno consentito, allo stato, di disvelare, da un lato, alcune forme tipiche di
manifestazione dei reati di criminalità organizzata (estorsioni e minacce), facendo leva sul noto prestigio della consorteria e sulla sua conseguente forza di intimidazione, esercitata nei confronti di imprenditori campani radicati in Toscana, attivi nel settore dello smaltimento dei rifiuti tessili.

Dall’altro, alcuni membri dello stesso gruppo, adeguandosi al contesto socio-economico toscano, si sono inseriti nella commissione di frodi fiscali e, più in generale, di reati economico-fìnanziari.

Con riferimento a quest’ultimo aspetto, i Sarno si sono accreditati come interlocutori/intermediari di imprenditori alla ricerca di fatture false per evadere le imposte e monetizzare i proventi illeciti. Così come di soggetti cinesi necessitanti manodopera clandestina, di origine pakistana, da impiegare nel comparto tessile del pratese.

La roccaforte del clan 

Centrali, nell’indagine e nel disegno criminale, sono risultati gli uffici di un noleggio auto sito a Prato, individuate quale “crocevia” dell’ideazione, organizzazione ed esecuzione delle attività delittuose man mano perpetrate dagli indagati. Le risultanze delle attività eseguite e degli elementi probatori acquisiti saranno vagliate dal Giudice preposto precisando che, per il principio d’innocenza che vige nel nostro ordinamento, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.