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sabato, Luglio 5, 2025
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«Viviana non si è suicidata e non ha ucciso Gioele», la ricostruzione dell’avvocato

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Emergono altri particolari sulla morte del piccolo Gioele. Dopo la svolta di due giorni fa, quando sono stati ritrovati alcuni resti del bambino nel bosco di Nebrodi, si fa luce anche selle condizioni psichiche della madre, Viviana Parisi. Anche lei è stata ritrovata nello stesso bosco, ma cinque giorni dopo la scomparsa. Il legale di Daniele Mondello, nonché cugino, ha infatti pubblicato su Facebook quella che è la sua ricostruzione sui fatti accaduti a Caronia.

La ricostruzione sulla morte di Gioele e Viviana dell’avvocato

Claudio Mondello, avvocato di Daniele, ha affidato al suo profilo Facebook la ricostruzione sulla dinamica dei decessi di Viviana ed il piccolo Gioele.

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«Il bambino sfugge alla vigilanza della madre – dopo l’incidente stradale (ndr) – e si allontana. Forse anche solo di pochi passi. Probabilmente qualcosa, in quello scenario di campagna, attira la sua attenzione oppure lo spaventa. La madre, terrorizzata, cerca disperatamente di trovarlo ma i suoi tentativi falliscono». Questa è la prima parte della ricostruzione del cugino di Daniele Mondello.
Poi approfondisce: «Al fine di meglio orientarsi, quindi, decide di salire sul pilone della corrente e guadagnare una posizione di privilegio rispetto al luogo circostante. E’ vero che il traliccio è posto più in basso rispetto alla collina adiacente (circostanza che mi lasciava dubbioso su uno scenario di tale guisa) ma lo è, altresì, che è l’unica tipologia di struttura che consenta di guardarsi intorno a 360 gradi. È compatibile, pertanto, con l’idea di chi voglia perlustrare la zona limitrofa; probabilmente (così ipotizzo) per guadagnare il contatto visivo col bambino». Per il legale, quindi, le intenzioni di Viviana erano, sin dal primo momento, assicurarsi delle buoni condizioni del piccolo Gioele.

La decisione sbagliata

«Da quella posizione Viviana, finalmente, rintraccia Gioele: si affretta a scendere ma, probabilmente per evitare di perdere tempo, ritiene preferibile saltare. Questa scelta le è fatale». Questa è l’ipotesi di Claudio, che poi continua.

«Da questo punto in poi faccio mia la ricostruzione di chi ha restituito Gioele alla propria famiglia: Giuseppe Di Bello, ex brigadiere dei Carabinieri. È probabile che il bambino abbia vagato tra i boschi fino al momento in cui è incorso in un incontro funesto (forse un suino nero dei nebrodi; in zona ve ne sono molteplici sia da allevamento che allo stato brado). Quanto supra deve essere vagliato, in modo accurato, e supportato da evidenze tali da rendere impossibile ogni alternativa possibile. Un lavoro che impone pazienza, rispetto e silenzio», termina il legale.

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