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MARANO, IL COMUNE METTE IN VENDITA IL PATRIMONIO COMUNALE

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MARANO – Trova sempre più consistenza una voce che circola da tempo: esisterebbe un piano dell’amministrazione comunale di Marano per la cessione, anche solo parziale, del patrimonio comunale. La conferma, autorevole, arriva per bocca del primo cittadino Mauro Bertini, che sottolinea la duplice finalità del progetto: una sociale (si renderebbero gli attuali inquilini proprietari delle abitazioni in cui vivono da anni), e una economico- finanziaria (si incasserebbe una cifra cospicua che andrebbe a rimpinguare le casse comunali).
Attualmente il patrimonio comunale si compone di 107 alloggi propri (21 in viale Duca d’Aosta, 52 in via Piave, 20 nel Rione Piave, 4 nel palazzo Dalia di Poggio Vallesana, 7 nella via XXIV Maggio, 2 in via Recca e 1 in via Adige), 20 abitazioni requisite in via Nuova Silvano, un palazzetto dello sport, il palazzo Merolla e una serie di esercizi commerciali sparsi sul territorio cittadino. Un patrimonio che, secondo le stime, si aggira sui 5,5 milioni di euro (poco più di dieci miliardi di lire), non considerando le case indisponibili (quelle frutto di confische) e i beni di rilevanza storico- artistica.
Il piano su cui si sta orientando l’amministrazione, prevede l’alienazione di una parte degli immobili che ora sono concessi in fitto, agli stessi inquilini che attualmente le occupano. In genere si tratta di palazzine costruite secondo i canoni dell’edilizia popolare, e che da anni sono state date in locazione a famiglie con scarse disponibilità economiche.
«Al Comune non conviene continuare a possedere degli immobili che comportano spese di manutenzione maggiori delle stesse entrate- spiega il sindaco Bertini- perciò riteniamo opportuno di liberarcene, perseguendo anche una funzione sociale». In sostanza, il Comune intende vendere le abitazioni a coloro che attualmente ne usufruiscono, sulla base del diritto di prelazione, ad un valore «ragionevole» che non sia né quello di mercato, troppo alto per famiglie comunque disagiate, né quello attualmente iscritto nei registri contabili comunali, perché troppo basso. «Siamo partiti con un piano di ricognizione e inventariazione di tutto il patrimonio disponibile, e con una verifica della legittimità della condizione di inquilino- afferma l’assessore al patrimonio, Dino Vuolo- prima di verificare l’effettiva possibilità e l’interesse nell’acquisto degli immobili. Dall’operazione dovremmo ricavare all’incirca ottocentomila euro».



AMEDEO PUGLIESE – Il Mattino 15 gennaio 2003

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