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martedì, Maggio 14, 2024
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Boss in fuga, il ministro chiede due relazioni

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Due relazioni al ministro della Giustizia sulla scarcerazione del boss di Secondigliano. Il caso di Guido Abbinante finisce sulla scrivania del Guardasigilli, che ha chiesto accertamenti sul narcotrafficante condannato a 18 anni di reclusione, in fuga subito dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare. È lo stesso Clemente Mastella a motivare al Mattino l’attenzione di via Arenula sull’ultimo caso di giustizia a maglie larghe: «Ho chiesto una relazione alla Procura generale e alla Corte d’Appello per capire se in questa vicenda ci sono state falle gravi e vistose al punto tale da giustificare un intervento ispettivo». Via Arenula punta dunque ad approfondire un caso tutto napoletano. Quello di un boss che con due condanne per droga (una a nove anni e un’altra a diciotto anni) ha ottenuto l’inaspettata scarcerarazione, un corridoio imprevisto attraverso il quale far perdere le proprie tracce. Accusato più o meno esplicitamente da un suo ex killer – il pentito Giovanni Piana – come mandante dell’omicidio di Giovanni Moccia, il boss non ha perso tempo. Non è indagato, va chiarito, formalmente è un uomo libero, ma ha preferito darsi alla macchia. Non è andato a firmare, ha violato gli obblighi di sorveglianza, in attesa che le acque nei suoi confronti si calmino. Un caso giudiziario che parte da lontano: arrestato la prima volta nel ’98 per droga, Abbinante incassa in cella un secondo provvedimento cautelare nel 2002, come presunto narcotrafficante di droga per conto dei Di Lauro. Nel 2006, la svolta. Viene condannato a 18 anni di reclusione e un mese dopo viene scarcerato con l’indulto, il condono che in questo caso ha influito sulla prima pena, quella non aggravata dalla finalità mafiosa. Fa presto a violare gli obblighi di sorveglianza e torna in cella, per poi essere scarcerato lo scorso settembre. Secondo un suo ex killer di fiducia, il clan Abbinante medita obiettivi di vendetta. Assieme alle altre famiglie degli scissionisti – racconta Piana – si scambiano favori. Obiettivo: uccidere i Prestieri, ritenuti responsabili dell’omicidio del cognato del boss Abbinante durante la faida di Scampia. Uno scenario da brividi, che ora si complica con la notizia della irreperibilità del boss. La scarcerazione di Guido Abbinante è figlia di una «contestazione a catena» di più accuse per droga. Dal ’98 ad oggi è passato troppo tempo prima di arrivare a una condanna definitiva. Il boss può quindi uscire. Mastella, intanto, vuole vederci chiaro, a partire da una premessa: «Ho promosso una riforma del codice penale per portare a cinque anni il tetto massimo dello svolgimento di un processo. Lo dico per ricordare che la questione dei tempi lunghi della giustizia è stata sempre prioritaria nella mia agenda di ministro. Qualcosa di buono, evidentemente, finora ho prodotto».


ldg – il mattino 5 novembre 2007

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