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venerdì, Aprile 19, 2024
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Melito, il Tar conferma lo scioglimento

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RESPINTO IL RICORSO. SI VOTA IN PRIMAVERA



di ANTONIO POZIELLO




MELITO –

È ufficiale: si vota a maggio. Il Tar ha bocciato il ricorso dell’ex sindaco Amente sullo scioglimento del Consiglio comunale: vi fu contestualità nelle dimissioni dei 16 consiglieri ed è legittimo l’azzeramento dell’assemblea cittadina. La vicenda aveva tenuto per settimane forze politiche e cittadini col fiato sospeso. Il 2 dicembre scorso 16 consiglieri rassegnarono le proprie dimissioni con l’intento di defenestrare il primo cittadino, Antonio Amente. Due giorni dopo, però, il Ministero degli Interni emanò una circolare che recepiva il parere reso dal Consiglio di Stato il 10 ottobre scorso in merito alle modalità con cui andavano rese le dimissioni per avere effetto, stabilendo che dovessero essere rese innanzi ad un pubblico ufficiale. Il Prefetto comunicò ai 16 consiglieri la nullità delle dimissioni, precisando che avrebbero potuto renderle nuovamente con le modalità previste dalla circolare. Cosa che puntualmente avvenne. Contemporaneamente, però, il sindaco convocava il Consiglio comunale per effettuare la surroga dei consiglieri dimissionari, ritenendo che Raffaele Cecere, il consigliere che aveva materialmente consegnato il documento con le dimissioni il 2 dicembre, essendo stato già allora identificato, dovesse essere ritenuto non più in carica e, quindi surrogabile. Di conseguenza, veniva a mancare la contestualità delle dimissioni della maggioranza più uno del Consiglio. Aveva quindi presentato ricorso, ma il Tar lo ha rigettato. La notizia è stata accolta con soddisfazione dal centrosinistra. Bernardo Tuccillo, ex sindaco Ds, coglie l’occasione per fare appello «all’unità del centro sinistra». «Eravamo certi dell’esito – commenta Gianpiero Di Gennaro, della Margherita – Ora dobbiamo lavorare per costruire uno schieramento forte e vincente». Un appello a lavorare per l’unità del centrodetsra giunge, invece, dall’esponente di An Gennaro Cecere: «Occorre mettersi subito al lavoro per ricostruire la coalizione».




IL MATTINO 21 FEBBRAIO 2003

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