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DA VARIABILE A FISSO: RINEGOZIARE IL MUTUO

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Avevamo annunciato l’analisi del mondo prestiti, invece l’entrata in vigore di alcune norme riguardo ai MUTUI, principalmente quelli a tasso variabile, c’impongono un cambio di rotta. La novità riguarda l’accordo stipulato tra il Ministero dell’Economia e l’associazione “sindacale” delle banche e vale a dire ABI; con l’accordo, le banche s’impegnano a far recapitare circa 1milione 200mila comunicazioni ai propri clienti che hanno stipulato entro il 28 maggio 2008, un mutuo a tasso variabile. A tutti quelli cioè che negli ultimi tempi, con l’aumento dei tassi, hanno visto la propria rata del MUTUO assumere costi proibitivi.

Inutile, per il momento, approfondire la questione, cercare di capire chi decide tutto questo, focalizziamo l’attenzione su come risolvere l’eventuale problema. Insomma tutti quelli di cui sopra, avranno recapitato al proprio indirizzo una comunicazione/invito presso i propri sportelli, per “valutare/consigliare” un eventuale cambio delle condizioni del proprio debito.

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L’Istituto di credito proporrà delle opzioni tra cui il mantenimento delle attuali condizioni contrattuali, rinegoziare che vuol dire apportare modifiche allo stato attuale (preferendo ad esempio per il tasso fisso) senza l’aggravio di spese, “trasportare” il debito presso altra Banca senza spese e, infine, la riduzione della rata dove la differenza con la rata più alta confluisce in un fondo che si decide alla fine come restituire. Difficile da riportare in parole povere il quarto punto dell’accordo anche se potrebbe essere quello più proposto, poiché è difficile che quanti si presentano, non abbiano in mente di avere un carico minore alla fine del mese. Gli altri punti sono chiari e rivolti a chi, in ogni caso, possono permettersi di pagare almeno come sta pagando, l’ultimo, siccome prevede un maggiore rischio è formulato in maniera più articolata. Perchè, impone alle banche di valutare le richieste anche in presenza di rate arretrate e accettare la proposta di riduzione. Importate è che c’è un resto/differenza; è quello che si genera tra, la rata concordata e quella reale a partire dalla scadenza di gennaio 2009. Come detto confluisce in un “paniere” che si alimenterà ad ogni scadenza fino alla fine dell’ultima rata, quando in pratica bisognerà quantificare il resto e chiaramente frazionarlo a tassi d’interesse abbastanza circoscritti le cui condizioni sono stabilite all’atto della stipula della variazione. E’ importante chiarire che anche chi non riceve l”’invito” può rinegoziare la propria esposizione.

Vista la vastità numerica delle persone interessate, è importante per i clienti armarsi di pazienza e richiedere la collaborazione e consulenza dagli Istituti che, vista anche l’attenzione dei media ma soprattutto l’importanza per le famiglie di ristabilire un equilibrio, siamo sicuri risponderanno e daranno la massima collaborazione.

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