Scusate se nell’articolo di presentazione di questa rubrica, ho posto le pagine economiche di un giornale, in quelle centrali. Già, perchè chi ha acquistato un quotidiano o ascoltato un tele/radio giornale in questi giorni, le ha trovate nelle prime: quanti di voi le hanno saltate lo stesso perché non le solite sulla bontà o meno del governo di turno?
Ma siccome le hanno messe lì, una ragione ci sarà? I più grandi colossi mondiali dell’economia, compreso nel nostro piccolo l’Alitalia, stanno fallendo, nel senso che si rischia che migliaia di lavoratori, risparmiatori, azionisti restino da un giorno all’altro senza un centesimo in tasca rispetto a quanto devono dagli stessi colossi.
L’aspetto da sottolineare e che forse traccia il cambiamento d’atteggiamento dei nostri sistemi economici prevalentemente (capitalismo) basati sull’iniziativa e capacità private di produrre ricchezza, per il caso americano, abbiamo assistito ad un massiccio investimento da parte dello Stato sottolineando che hanno loro creato, sviluppato e distribuito nel mondo il sistema di cui sopra.
Quanto toccano noi queste storie così lontane? Noi siamo investiti dalle onde lunghe del sistema proprio perché radicato in modo massiccio nella nostra quotidianità, si scopre che la propria polizza auto o vita, in parte è garantita dalla Aig sull’orlo del fallimento (poi salvata dallo stato) e quindi anche se in minima parte siamo tutti coinvolti. Niente succede, vi liquideranno qualche decina d’euro in meno se nel frattempo non sono crollate in borsa altri titoli collegati.
Su l’Alitalia lo Stato non può intervenire più, è stato vietato dalla vigilanza europea per la concorrenza, le altre compagnie farebbero certamente causa alla nostra, ma soprattutto quanto conviene a noi cittadini essere i maggiori azionisti di questi colossi. Salvaguardiamo, come detto posti di lavoro imprese collegate etc. ma mettiamoci bene in testa che quando questo avviene, soprattutto in stati come il nostro con un debito pubblico alle stelle, il sacrificio è fatto sul sociale; ci saranno asili nido in meno, maestre col contagocce, la tanto decantata sicurezza non avrà tutti i fondi necessari, le nostre strade meno sicure etc.
Ci sembrava doveroso intervenire sull’argomento soprattutto per la svolta storico-epocale che questi fenomeni stanno causando, si dovrà necessariamente cambiare controlli e controllori ma soprattutto, come invocato da più parti, una logica economico-finanziaria più umana e con l’obiettivo di una maggiore distribuzione della ricchezza, così, quando si dovrà far fronte ad “emergenze” e dovremo necessariamente rimetterci di tasca nostra, sarà meno doloroso.
QUANTO INCIDE SULLA NOSTRA QUOTIDIANITÀ IL CRACK DEI GRANDI COLOSSI MONDIALI?
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