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Aumentano i prezzi dei generi di prima necessità. E’ colpa dei biocarburanti?

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C’è ancora qualcuno che nutre dubbi sull’influenza di sistemi economici sull’equilibrio del mondo; c’è una storia che racconto e che, tristemente può dissiparli.
Questa rubrica si pone sicuramente l’obiettivo di informare sulla “nostra economia” quella delle nostre tasche, ma gli ultimi eventi ci pongono, come detto in precedenti articoli, di fronte al fatto che senza guardare oltre i nostri confini, non capiremo mai quello che succede e ancora meglio, quello che succederà a casa nostra.
Cercando di far fronte di una crisi galoppate dei prezzi degl’idrocarburi, (ancora in corso e dovuta principalmente da speculazioni ma questa è un’altra storia) il Presidente U.S.A. G.W.Bush a capo anche dell’economia mondiale più forte, in pratica il Sovrano, un giorno e precisamente il 01/06/2007 con un discorso pubblico, individua nei biocarburanti la soluzione più prossima alla risoluzione del problema.
Apparentemente per “l’uomo della strada”, questo può significare ben poco, anzi, la riteniamo una mossa che in futuro ci può far risparmiare un bel po’ di soldi, ma come ogni storia che si rispetti, se ne crea un’altra parallela uguale e spesso catastroficamente contraria.
I biocarburanti, saranno prodotti principalmente dal grano, mais e in parte dal riso (anche se c’è per fortuna uno studio pubblicato proprio in questi giorni individua altre fonti come ad esempio una specie di alga marina); è bene chiarire anche che il prezzo di questi alimenti “base” sono stabiliti, per il mercato mondiale, da una Borsa chiaramente americana e precisamente da quella di Chicago. Ed infine, è giusto sapere che è la base della catena alimentare soprattutto per quelle popolazioni che vivono di stenti.
Forse il senso della storia sta iniziando ad emergere; ma è una storia scomoda, se ne parla pochissimo.
Lo svolgimento della storia è molto complicato da spiegare, si dovrebbe dire che per effetto di un’economia globale spietata che ha portato i prezzi di questi alimenti alle stelle e che non riesce ad adeguarsi alle crisi, il mondo agricolo è sempre più nelle mani di pochi grandi gruppi industriali che non pensano ad altro se non al profitto; che per questo motivo molti Stati, che producevano anche in eccesso ed esportavano normalmente questi alimenti per sfamare la gente, si sono chiusi per salvaguardare le proprie riserve interne in modo che vendendole a qualche industria che produce biocarburanti decuplica i profitti. Insomma il risultato è che metà del mondo, circa i 3/4 della popolazione globale è a rischio: o morirà di fame o morirà per le lotte che si creeranno (alcune già in corso in alcune zone dell’India, Cambogia, Corno d’Africa etc) per accaparrarsi quel poco che resta.
Solo un tragico aneddoto per spiegare come i fattori economici influiscono scelte e stili di vita: c’è stato un giornalista idiota, che ha individuato un effetto positivo della questione dicendo che in conseguenza dell’aumento dei prezzi del grano, soia etc, in Afganistan non si produce più tanta droga ma i campi pian piano si stanno convertendo. Chi sta eseguendo questa conversione, sono gli stessi che sino a qualche anno fa producevano proprio la droga quindi se lo fanno è solo per il profitto non certo per il bene dell’uomo. Non ci deve ingannare il fatto che i mass media hanno dato molto risalto al fatto che questi generi alimentari negli ultimi giorni stanno avendo, anche il petrolio, un netto ribasso che è effetto della recessione in atto e cioè cala la domanda perchè i soldi servono per sanare ad esempio i “buchi” delle banche e diminuiscono quelli per i generi di prima necessità.
Il finale quindi non è a lieto fine o meglio (per essere ottimisti) non è stato ancora scritto, ma penso che in coscienza molti di noi rinuncerebbero alla propria auto per salvare qualche vita umana.

Antonio Germano

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