PUBBLICITÀ
HomeAttualità e SocietàChi si prenderà cura del mio salvadanaio?

Chi si prenderà cura del mio salvadanaio?

PUBBLICITÀ

Il percorso che abbiamo preannunciato con i primi articoli di questa rubrica, non siamo riusciti a realizzarlo. La crisi ci ha preceduto, nel senso che non abbiamo realizzato a pieno quel “glossario” che ci avrebbe permesso di capire meglio il funzionamento ad esempio Borse o in generale, il sistema che ha generato questo “casotto”.

Perchè di casotto si tratta; soprattutto quando, ad occuparsi dell’argomento sono solo cronisti o giornali d’assalto; con tutto il rispetto ma molti si sono limitati solo a raccontare ciò che stava accadendo non potendo intuire quello che sarà (anche il giorno dopo n.d.r.) o quello che è stato. Purtroppo quando si parla di guadagni, soprattutto mancati, è difficile trovare la logica o il bandolo della matassa e innanzi tutto farlo con etica. L’informazione è utilizzata in questi casi o meglio manipolata a scelta e alternativamente, per creare panico o rassicurare. Il compito quindi di chi racconta, a mio avviso, e si occupa di questa materia, non può limitarsi alla cronaca e, chi come me ha la possibilità e il tempo di osservare, deve analizzare il complesso della storia.

Visto che la crisi è mondiale, dal termine se ne deduce che riguarda anche noi. Siamo stati buoni profeti, quando, in tempi non proprio sospetti, abbiamo raccontato ciò che stava accadendo rispetto ai “crac” finanziari d’oltreoceano; ma non si tratta d’esseri veggenti, noi siamo semplicemente un anello della grande catena economica mondiale. Dobbiamo quindi riflettere ed analizzare quello che ci stanno raccontando negli ultimi giorni e vale a dire che la crisi da finanziaria si tramuterà in economica o meglio qualcuno ci ha informato che intaccherà l’economia reale.

Questo sì che c’interessa. Nel politichese significa che tutto quello che hai (risparmi per esempio), forse domani, per un investimento sbagliato della “nostra” banca, puoi non averlo più; se ne deduce che la crisi busserà porta a porta. Siamo corsi in banca e abbiamo chiesto notizie del nostro, chi l’ha, salvadanaio e il timore è fondato, infatti, hanno dovuto fare un decreto legge per rassicurarci che ameno i nostri depositi sono assicurati (li garantisce fino a 103 mila euro n.d.r.).
Cercando quindi di fare un po’ d’ordine, dobbiamo assicurare che se le problematiche economiche hanno conquistato le prime pagine dei giornali il problema è proprio grosso l’esempio di prima è calzante per affermare che se hanno fatto una legge per garantire i nostri soldi in banca realmente c’è il pericolo che qualcuno li faccia sparire e quindi è giusto che, visto che le possibilità sono poche ( a parte chi ha molti soldi e li investe in terreni, case, preziosi, ecc), bisogna accontentarsi di osservare e stare attenti ai cambiamenti che gioco forza ci saranno e si trasformeranno in crisi occupazionali soprattutto.

E’ tutta una catena, dicevamo prima, e facciamo un esempio su tutti: le banche additate come le maggiori responsabili della rottura del sistema, sono state punite dal mercato; di conseguenza non prestano ne anticipano più denaro (esempio ai grandi gruppi industriali) che non potranno più produrre senza coperture (anticipando soldi che non hanno). Questo ricade sui lavoratori che a loro volta perderanno ancor più potere d’acquisto così crollano i consumi e quindi chi produce lo fa inutilmente; insomma il caos.

Ci siamo tutti indignati, quando abbiamo ascoltato i vari governi annunciare come risposta alla crisi, il salvataggio proprio di quelle che tutti dicevano le maggiori responsabili, le banche ma, visto quanto detto prima è un tentativo per non interrompere la catena su cui si basa l’equilibrio dell’economia attuale dovendo ricominciare con costi molto elevati.
Ricominciare, infatti, è il termine più adeguato, ma si dovrà fare in modo più chiaro e forse finalmente con regole nuove che non creino altre delicate catene destinate a spezzarsi.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ