Visto che ormai è acclarato che siamo in una crisi globale e da qui non si scappa, focalizziamo l’attenzione su alcuni termini che sono divenuti gioco-forza di uso comune. Una di questi è senz’altro l’inflazione.
E’ definita come l’incremento percentuale generalizzato e continuativo del livello dei prezzi nel tempo. Come si evince non è che sia semplice capire quando ci informano che l’inflazione questo mese è salita di 0,20% su base mensile portando su base annua il dato al 2,5%; Questo sta a significare che sul campione esaminato, chiamato “paniere”, nel periodo preso in esame, di solito un mese, vi è stato un aumento medio dei prezzi del tot percento.
Analizzato questo, è chiaro che sorgono altri quesiti, per esempio sapere chi definisce e chi analizza questo “paniere”: in Italia ci si affida all’Istituto di Statistica di Stato (Istat) e il paniere dei prodotti esaminati cambia annualmente mentre prima (dell’introduzione dell’Euro) ogni 4 anni. L’ultima parentesi, so che crea degli sbandamenti perché come si può pensare che l’inflazione in questi anni è rimasta bassissima mentre abbiamo assistito al quasi raddoppio di tutti i prezzi al consumo? Questa discussione ha tenuto vivo anche dibattiti degli studiosi; sono loro infatti che in parte danno una spiegazione diciamo logica che cercherò di riassumere. Secondo alcuni la differenza tra l’inflazione “ufficiale” e quella “percepita” (sulla pelle dei consumatori), dipende chiaramente dal “paniere” che non è più quello rappresentativo dei consumi. Il campione dell’Istat si basa su di un paniere di prodotti, tra i quali vengono monitorati esclusivamente i più venduti di ogni categoria. Ad esempio, per le auto, non si monitorano le auto di lusso, ma le più diffuse utilitarie, e non tutte, ma solo quella più venduta. Ora, mentre in un mercato con poche offerte il prodotto di punta facilmente raggiunge valori significativi, nei mercati attualmente vi sono decine, se non centinaia, di scelte per ogni prodotto: è dunque difficile che un singolo prodotto, anche se il più diffuso, sia un campione rappresentativo della categoria. Per fare un confronto, i dati dell’Eurispes (Istituto di studi economici non statale e senza fini di lucro che adotta altro sistema di analisi dell’inflazione) monitorano, oltre al prodotto più venduto, anche il più caro ed il più economico di ogni categoria. Questo perché, anche se il prodotto più venduto non aumenta di prezzo, ma lo fanno tutti gli altri che possono facilmente essere più del 60% del mercato, l’inflazione “ufficiale” resta ferma, ma non quella “percepita”. Non va però dimenticato che i punti vendita rilevati dall’Eurispes sono in numero molto più basso rispetto a quelli dell’Istat.
E’ da sottolineare che qualcuno accenna alla deflazione che è l’esatto contrario dell’inflazione, il che ci dovrebbe far rallegrare, ma come sempre è il contesto che conta: infatti siamo in presenza di una marcata perdita del potere d’acquisto e si rischia che chi produce (qualsiasi cosa dal Petrolio alle Auto), non trova nessuno che acquista, quindi il costo può anche sfiorare lo zero ma mancherebbe l’elemento principale, il Mercato.
L’argomento, come si vede man mano si va avanti diventa più ampio e nei prossimi articoli cercheremo di affrontare tutti i punti più importanti.
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