PUBBLICITÀ
HomeAttualità e SocietàGlobalizzazione, prima "difesa" e poi "scaricata" dai Grandi della Terra

Globalizzazione, prima “difesa” e poi “scaricata” dai Grandi della Terra

PUBBLICITÀ

Con questo termine negli anni ’90, ci hanno fatto credere che per risolvere i problemi del mondo ci dovesse essere una politica comune, discussa solo nei G7 poi G8, o comunque nelle riunioni dei Grandi della Terra alle quali fanno parte pochi Stati rispetto alla globalità; decidendo anche e soprattutto per quelli definiti poco stabili non solo economicamente e quindi non in grado di sostenere gli impegni che questi incontri impongono.
Allora capisco oggi ancor di più la protesta dell’amico sull’articolo precedente che ha sentito l’obbligo d’intervenire intravedendo fra le righe pensieri filo-governativo appartenendo all’altra parte ideologico / politico.
Capisco alcuni “pensatori” che contestano o vedono incredibili alcune posizioni soprattutto di Ministri del Tesoro o Economia che dir si voglia tutti intenti a contestare la globalizzazione. C’è da diventar matti; intendiamoci qualsiasi persona minimamente “progressista”, non può che vedere nella globalizzazione il modo per allargare i propri confini fisici e mentali sentirsi insomma cittadino del mondo, ma per un periodo con questo termine s’intendevano una serie di provvedimenti dei vari Potenti del Mondo volti all’allineamento delle Economie Mondiali. Il problema è che sembrava tutto sbilanciato verso le economie più ricche a discapito di quelle più deboli, e gli stessi che oggi l’indicano come nemico sono stati convinti sostenitori tanto da zittire spesso con le cattive (vedi Genova 2001) gli oppositori.
Capisco quei politici, economisti, ecc., che rendono inscindibile il connubio “Usa globalizzazione”, perché come questa è stata impostata è troppo dipendente dalle “Economie forti” e quindi dalla più forte e li capisco ancor di più quando oggi che c’è uno presidente per così dire “non allineato”, sostenere con forza che adesso tocca a lui sciogliere il bandolo della matassa essendo nata lì la “crisi”. Eravamo tutti idioti quando ci dicevate che quelli che si oppongono alla globalizzazione non volevano il progresso: c’è un esempio lampante che sta vivendo proprio la nostra terra in questi giorni, gli operai dell’Alfa di Pomigliano (io la chiamo così, papà ci lavorava, era una delle prime matricole 1975) che protestano anche perché loro sono in Cig il famoso “marchio italiano” tanto pubblicizzato da Fiat in realtà produce più all’estero e che questo prodotto della globalizzazione in questo caso è parente alla colonizzazione in quanto fatta in Paesi dove tutto costa meno e lo stabilimento lo ha costruito il governo che li ospita.

Questo è il senso che alcuni quindi hanno dato al termine globalizzazione: investire colonizzando quindi creando finta ricchezza per molti e vera per pochi come sempre, o più che altro volatile e precaria e quindi se qualcuno ne uscirà con le ossa intere non potrà che chiudersi a riccio perché se facciamo l’esempio della Polonia o Romania, solo per parlare d’Europa (escludo la Cina e l’India) e tutte le aziende automobilistiche ritirano i loro investimenti, avremo poi un intero popolo e generazione che cercherà di emigrare verso chi si è salvato e ricordo che sia la prima che la seconda fanno parte dei 27 (Europa Unita) EU.
Allora onestamente “non capisco”: ci credono veramente di memoria corta? E quando ci fanno lezioni di vita io ricorderei la legge delle 10 “p”: «Prima Pensa Poi Parla Perché Parole Poco Pensate Portano Pena: oddio le pene alla fine le paghiamo comunque noi».

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ