E’ indubbio, volenti o nolenti, la moneta elettronica è il futuro e avanzano sempre più nel panorama delle offerte finanziarie, ma proporzionalmente avanzano sistemi ancor più innovativi per raggirare i primi. Gli attenti lettori di giornali, ma la notizia è circolata anche in video, in questi mesi (nel 2008 c.a 285milioni) è avvenuto uno dei più grandi furti di numeri di carte di credito della storia, tanto da far fallire alcuni sistemi di sicurezza informatica sino a quel momento ritenuti inviolabili. Per capire il peso della “cyber fobia” uno studio inglese (la diffusione di Carte nel Regno Unito è quasi capillare) ha rilevato che nell’opinione pubblica è più rilevante la paura del furto via web che la minaccia del terrorismo.
Quando qualche articolo fa ci siamo occupati del furto d’identità, focalizzavamo l’attenzione su una serie di operazioni di medio ticket ma con le carte e con migliaia di esse puoi fare strage. Se ricordate abbiamo detto che uno dei sistemi per eludere i controlli è quello dell’importo; infatti un conto è tentare con importi alti un conto con centinaia di piccoli.
Questa estate in rete è circolata un’indagine intenta a smascherare qualche hacker, perché di questi si tratta, maghi dei computer che nel 80% dei casi non usano quel che “rubano”, svelando un mercato floridissimo che come tutti quelli “illeciti” esistono solo perché c’è qualcuno che ne usufruisce. In questo caso sono tanti, perché si tratta proprio di quelle soluzioni ad alcune delle nostre miriadi di esigenze consumistiche: la possibilità di spendere dei soldi in rete ma anche dal “vivo” a nome di altri rischiando pochissimo. Come si fa a non avere adepti. Il sistema illustrato è molto semplice, gli hacker s’inseriscono su un blog e inviano messaggi con invito a contattare un preciso numero o sito. Il gioco è fatto, con pochi €. Si può entrare in possesso di numero di carta e tutte le nozioni utili per spendere. Tutto qui? Il trucco? Molto semplice, mentre i venditori sono ben protetti, sanno mimetizzarsi, essere goccia nell’oceano del web, “voi” siete transatlantici o addirittura isole ben tracciate sulle mappe della rete, e siccome parallelamente alla bravura dei criminali anche le forze dell’ordine e le grosse aziende di distribuzione stanno affinando le tecniche d’individuazione e prevenzione delle truffe, sarete in un battibaleno acciuffati. Non è infatti molto semplice, i maggiori acquirenti sono chiaramente le grosse organizzazioni criminali che ne gestiscono poi la vendita al dettaglio .
Alla fine però, gli addetti ai lavori le chiamano “rischi collaterali alla vendita”, senza i quali non si riesce a valutare la bontà di un prodotto se prima non si vede la diffusione criminosa. E’ il caso della musica, le grandi major, come vengono chiamate, un occhio alla vendita dei cd “appezzottati” l’hanno sicuramente buttato, un social marketing quasi infallibile per business su cui puntare.
Quello della “plastica” sarà sempre più lo strumento di riconoscimento e non solo sostitutivo della moneta contante ma anche di classe o di posizionamento sociale; prima si era valutati per l’abito o per il modello di telefonino, in futuro anche per il colore della carta (molto probabilmente si creerà una nomenclatura mondiale per il riconoscimento delle fasce di utilizzazione la più semplice è quella visiva quindi il colore) che darà immediatamente all’interlocutore, leggi operatore economico negoziante o altro, il peso della propria carta e a cosa può avere accesso.
Sicuramente approfondiremo l’argomento intanto il consiglio è sempre quello di controllare le voci dei propri movimenti della carta piuttosto che del c/c in modo eventualmente di denunciare subito eventuali anomalie e nel caso interrompere una trama criminosa che se di piccola entità perdurerà senza nemmeno accorgersi.
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