Siamo ai primi giorni del nuovo anno (a proposito prospero 2010 a tutti i lettori), e già Istituti, ufficiali e non di statistica, ci inondano di numeri, anche di oroscopi ma non è il nostro campo, che dovrebbero farci intendere come è andato l’anno che è passato e quali “provvedimenti” prendere per il prossimo.
Dobbiamo chiaramente sottolineare che gran parte di questi numeri sono il risultato di ricerche su commissione: in periodo di vacche magre si cerca di capire se diffondendo alcuni dati o notizie come reagirà il pubblico. Per fare un esempio diffondere la notizia che il primo giorno di saldi sulla A1 Napoli Roma ci sono 10 Km di coda per gli OUTLET ha sicuramente l’effetto di evitare la zona ma contemporaneamente s’intuisce che lì si fanno gli affari, personalmente non ho verificato di persona ma qualcuno mi ha detto di essere passato senza grossi problemi.
Ma tornando ai numeri i maggiori quotidiani il 4 gennaio diffondevano i dati forniti dall’ISTAT (quindi l’Istituto di Stato non “condizionabile”) il quale ci informa con grande evidenza che l’inflazione per tutto il 2009 è cresciuta solo del 0,8% e cioè il prezzo al consumo /dettaglio del famoso paniere preso in esame, è cresciuto come successe nel 1959. Dobbiamo andare nel dettaglio per capire se questo è un bene o un male e quindi si accende chiaramente e, come al solito, lo scontro tra governo e opposizioni tra sindacati e industriali, e di conseguenza non si capisce niente. Volendone fare un confronto storico, diciamo che quell’anno è stato la vigilia di quelli che sono stati i “favolosi anni ‘60” e quindi ci auguriamo lo stesso per gli “anni ’10”, praticamente invece succede che l’economia è ferma in quanto alla staticità dei prezzi, corrisponde il blocco delle attività commerciali e, alla fonte, industriali. Il messaggio (ricordiamolo lanciato dall’ISTAT) è quello che se continua così, siamo alla canna ma che visto che abbiamo gli stesi dati della vigilia degli anni d’oro, chi ha delle disponibilità, faccia investimenti e alimenti i consumi tanto tutto costa “poco” e per tutte le tasche.
Chiaramente come abbiamo sempre detto all’economia scritta si contrappone quella reale delle nostre tasche che ci dice qualcosa di diverso e visto che tutti danno i numeri, ci siamo divertiti anche noi a fare dei piccoli confronti che invito a leggere e valutare (anzi se non vi trovate dateci dati più reali). Sarà nostra cura discuterli insieme a Voi. Ancora
Buon Anno insieme.
I dati. Nel 1959, lo stipendio medio era di circa 45.000lire
un caffè costava 50lire (cioè quasi lo 0,1% dello stipendio),
un kg di pasta 200lire (0,44% di uno stipendio),
la benzina 120lire/litro (cioè 0,26%),
una Nuova500 costa 500.000lire (11 stipendi)…
Nel 1979 lo stpendio medio è 350.000lire,
un caffè costa 250lire (lo 0,07%),
un kg di pasta 725lire (lo 0,2%),
la benzina 850£/l (lo 0,24%),
una Fiat 126 circa 2.500.000lire (poco più di 7 mensilità)…
Oggi uno stipendio medio è 1200€,
un caffè costa 0,8€ (0,06%),
un kg di pasta circa 1€ (varia da 0,8 a 1,2€, quindi in media lo 0,08% di uno stipendio),
la benzina va a 1,20€/l (0,1% dello stipendio),
una Fiat 500 costa 14000€ (cioè 12 mensilità)…

