Solo pochi giorni fa erano senza linee telefoniche a causa dell’ennesimo furto di cavi. Molto probabilmente è stata opera dei rom che, ironia della sorte, vivono praticamente in un insediamento all’interno del perimetro della zona Asi (Area di sviluppo industriale) di Giugliano – Qualiano. Sono una cinquantina di imprenditori che, oltre a fare i conti con una congiuntura economica del tutto sfavorevole, sono costretti a combattere contro il baraccone della burocrazia, risultato di uno sciagurato spoil system che è stato capace di trasformare un’area a vocazione produttiva, in una zona di sotto-sviluppo industriale, penalizzando fortemente non solo le imprese che operano nel distretto, ma anche il territorio circostante già soffocato da migliaia di problemi.
Di certo si può dire che a loro il coraggio non manca, perché nonostante tutto sono determinati a non mollare. La voglia di “fare impresa” prevale sulle mille difficoltà a cui sono sottoposti un giorno sì e pure l’altro, come il furto di cavi, tanto per citarne uno.
Alcuni di loro hanno partecipato, ieri pomeriggio, ad un incontro in video-conferenza insieme con altre tre zone Asi: Modugno (Bari), Lamezia Terme (Catanzaro) e Catania, che si è tenuto nella sede della Gma, un’azienda che offre soluzioni e servizi per l’elettronica nei settori Difesa e Civile, in via delle Ferrovie nella zona Asi di Giugliano. Presenti tra le imprese, oltre al padrone di casa Angelo Punzi, vicepresidente del Cig (il consorzio degli imprenditori giuglianesi) anche l’ing. De Maria di F.lli De Maria, industria materie plastiche, Luca Carafa di Carafa snc, azienda che produce apparecchiature elettromeccaniche ed elettroniche e Arturo De Meo della New Fadem, azienda farmaceutica titolare di due brevetti. L’incontro è stato organizzato dall’agenzia Liternum Sviluppo Napoli Nord, rappresentata dal responsabile dell’area progetti Tommaso Di Nardo, in collaborazione con l’associazione Impresa Più, Cave Canem Associazioni di Idee, Centocinquanta e Ciim Confederazione imprenditori Italiani nel mondo. Il tema della video-conferenza è stata la “creazione di una rete di rapporti commerciali e di scambio tra Sud Italia e Stati Uniti”.
Dagli interventi degli imprenditori che hanno preso parte all’incontro è emerso che il principale ostacolo con cui i distretti industriali e più in generale le aziende del sud Italia devono fare i conti, è senza dubbio l’individualismo. Una sorta di guscio nel quale le imprese non solo tendono a rifugiarsi, ma praticamente vi nascono, laddove, prevalgono in gran parte gli interessi individuali, appunto. Si tratta di un meccanismo che se da un lato offre l’illusione di una maggiore protezione, in particolare nei momenti di crisi, dall’altro lato preclude una serie di opportunità che finiscono per restare confinate nei distretti industriali, ormai superati. Il tema dei network di impresa, infatti, non andrebbe visto come “distretti industriali verticali” ma “network di imprese complementari”. Il limite dei distretti industriali, risiede proprio nell’affinità di business delle aziende che li compongono. Se da un lato, infatti, permette di far squadra, dall’altro non consente di generare business tra queste. Per creare un network è necessario quindi dialogare, scambiare informazioni ed esperienze con gli altri distretti, individuando i punti deboli e valorizzando i punti di forza.
Le imprese sono disposte a investire, ad emanciparsi, ma le istituzioni devono fare la loro parte. Non è ragionevole pensare che un imprenditore che decida di insediarsi con la propria impresa in un’area come la zona Asi di Giugliano – Qualiano, debba scontrarsi con i Comuni, la Provincia e le istituzioni più in generale solo per chiedere il minimo delle condizioni di sicurezza e vivibilità, senza neppure ottenerle. La classe dirigente locale e nazionale non può continuare ad ignorare le istanze degli imprenditori del Cig. Lo sviluppo economico dell’area giuglianese passa principalmente dalla zona Asi, sottovalutarne l’importanza sarebbe un grave errore.


